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Religioni

Mostra: 1 RISULTATI

Le sfumature della Fata Turchina

La Fata di Pinocchio fra sacro e profano, fiaba e storia

heroica.it

«Ebbene, dove si mettono le #sirene? Tutte le “

«Ebbene, dove si mettono le #sirene? Tutte le “sirene" - tutte quelle persone che sono diverse, che non si adattano alla norma e che non accettano le etichette e le caselle disponibili? Rispondi a questa domanda e puoi costruire una scuola, una nazione, o un mondo su di essa».

L'aneddoto del pastore unitariano ed ex educatore #RobertFulghum, inserito nel best-seller "All I Really Need to Know I Learned in Kindergarten" ("Tutto quello che mi serve sapere l'ho imparato all'asilo", 1986), ha un potenziale davvero sovversivo, forse ancor più di quanto l'autore potesse immaginare. Si parla di un gioco fra bambini, che devono spartirsi i ruoli fra Nani, Maghi e Giganti, posizionandosi in punti diversi del campo. All'improvviso compare una bambina che chiede: "E le sirene dove si mettono? Io sono una #sirena!".
Nella sua candida assertività possiamo individuare una metafora più 'grande' della bimba stessa: questa semplice domanda mette in luce la necessità di costruire strade alternative e nuovi ruoli, spazi e opportunità per bambine, ragazze e donne in un mondo declinato al maschile. E se il maschile rappresenta la norma, la sirena può diventare un simbolo non solo del femminile, ma di qualunque modo di essere differisca o si opponga allo standard prestabilito. Attraverso gli occhi di una bambina, possiamo immaginare una società in cui ci sia posto per tuttə. 🧜🏻‍♀️

Scorri il post per leggere il testo completo ➡️
Traduzione di Leone Locatelli, con consulenza di Angelo Serfilippi.

In "Pronto... Raffaella?", #RaffaellaCarrà appare

In "Pronto... Raffaella?", #RaffaellaCarrà appare molto distante da quella rivoluzionaria che, ombelico all'aria, sfidava la morale cattolica incarnando lo spirito del '68.
Qui è un’anchorwoman quarantenne di successo, che gestisce la casa e gli ospiti con un’eleganza tutta sua, buona per tutti i giorni.
Raffaella è diventata una casalinga? Neanche per idea: è la casalinga che diventerà come lei.
Questa dinamica padrona di casa, felice e libera, senza marito, né figli, rimodella la fisionomia del quotidiano: invece di lavorare in ufficio, lo fa in casa; invece di essere convocata dal capo, convoca lei i ministri e li fa accomodare in salotto. Sembra dichiarare, a chi è inchiodata ai fornelli, che l'evento non è fuori, è dentro!
Trasporta in un luogo, prima desolato, l’elettricità febbrile della donna moderna. L’intensificazione della vita nervosa delle metropoli fa irruzione nelle solitarie mura domestiche, confinando nel dimenticatoio il parlottìo mattutino della vecchia radiofonia, insieme all’odore di varechina e al dibattito di voci lontane, indecifrabili, paternaliste. Le donne ne rimarranno scosse e catturate. Quella è la casa che vogliono, la vita che vogliono, la donna che vogliono essere. Lei, nella sua semplicità, insegna alla provincia profonda, rifluita o abbrutita nel recinto domestico, lo stile della modernità.
Raffaella libera la casalinga dalle catene perchè ne rilegge la sagoma: questa non si percepirà più come prigioniera in un carcere che i familiari, uscendo, si chiudono alle spalle. Ora dallo schermo irrompono i colori, le musiche, le risate e i giochi. Invece di ‘una stanza tutta per sè’, le casalinghe italiane si ritrovano tutta per sé l’intera casa. E, forse, la loro stessa vita. Raffaella insegnerà loro a giocarci dentro.

Estratto da Caterina Rita, Leone Locatelli, "Raffaella Carrà. Liberazione Sessuale e Beatificazione Popolare", Delos Digital, 2022.

🌸 Scopri di più sul nuovo saggio della mia collana per @delos.digital: link in bio!
🌸 Sintonizzati su @raistoria (canale 54 del digitale terrestre, 23 di Tivùsat, 805 di Sky o in diretta su RaiPlay) per vedere la prima puntata di #ProntoRaffaella, stasera alle 19.35.

Dallo scintillante varietà serale alla vivace rou

Dallo scintillante varietà serale alla vivace routine del mezzogiorno, dagli anni della rivoluzione sessuale a quelli del Riflusso, Raffaella è stata donna, moglie, amica e amante del pubblico, ma anche capitana d'industria, neo-Madonna catodica, icona gay: la più amata dagli italiani.

È appena uscito il mio nuovo saggio con Caterina Rita, storica collaboratrice di #RaffaellaCarrà, programmista regista per la Rai e oggi studiosa del fenomeno-Carrà.
Link in bio!

In alcuni dei suoi scatti più celebri, #Twiggy gu

In alcuni dei suoi scatti più celebri, #Twiggy guardava direttamente nell'obiettivo, senza alcun accenno di sorriso. Con aria di sfida, la modella fissava il suo osservatore con uno sguardo assertivo, che poteva addirittura risultare ostile e intimidatorio, e che sicuramente appariva ben diverso da quello delle ragazze angeliche che sorridevano sulle pagine delle riviste per teenager.
Al contrario: le fotografie del viso e del corpo di Twiggy confondevano, shockavano e addirittura disgustavano alcuni lettori. Si tratta forse del primo caso in cui una modella non viene considerata "bella" in senso convenzionale, perlomeno agli occhi dei suoi contemporanei.
L'immagine di Twiggy non rimandava quindi ad un oggetto da guardare voluttuosamente, ma ad un soggetto che, con la carica dirompente di un terremoto, scardinava canoni di bellezza e norme di genere, generando confusione e apprensione nel pubblico maschile, di cui rifrangeva lo sguardo spezzando quella lunga tradizione di figure femminili che erano 'guardate', ma che non 'guardavano' a loro volta, dalla storia dell'arte alle copertine delle riviste.
Leggi la terza parte dell'analisi, dedicata allo SGUARDO di Twiggy e del pubblico che ha assistito alla sua ascesa: LINK IN BIO!

Fra il 1966 e il 1968, i servizi fotografici di #T

Fra il 1966 e il 1968, i servizi fotografici di #Twiggy riflettono il nuovo stile di vita delle teenager britanniche e americane: negli scatti, la modella appare come un'entità in continuo movimento (cammina, corre, salta, va in bicicletta..) e viene spesso immortalata all'aria aperta, rimandando a tutta una nuova serie di opportunità per le ragazze, finalmente in grado di esplorare il mondo esterno, uscendo al di fuori delle mura domestiche.
«Volevo fornire abiti per tutti. Opportunità per le ragazze di provare nuove esperienze, imparare di più, vedere di più, viaggiare di più» spiega Mary Quant, stilista-simbolo dell'era 'mod'.

Nel corso degli anni '60, questa libertà di movimento si tradurrà sempre più in una libertà di pensiero e d’azione, accompagnandosi a maggiori libertà personali e professionali per le donne occidentali, sulla scia dei movimenti giovanili (e femministi) in ascesa.

Leggi per intero la seconda parte della mia analisi, dedicata al CORPO di Twiggy: link in bio!

La comparsa della modella britannica #Twiggy sulla

La comparsa della modella britannica #Twiggy sulla scena mondiale è equiparabile ad un vero e proprio uragano. Nel 1965, Diana Vreeland, direttrice di Vogue USA, aveva coniato il termine #Youthquake dalla contrazione fra le parole Youth ('giovinezza') e Earthquake ('terremoto'), per descrivere il fenomeno in atto: per la prima volta, al centro dell'industria della moda c'erano i teenager. La nuova it-girl del '66 era una ragazzina della classe operaia –Twiggy, appunto – con capelli alla 'maschietta' e abiti corti che lasciavano scoperte braccia e gambe sottili. Una combinazione di elementi che può farci pensare allo stile androgino e sbarazzino delle flapper degli anni '20, che molto hanno a che fare con l'estetica 'mod' anni '60: in entrambi i casi, la moda rispecchiava la crescente emancipazione femminile, accantonando i corsetti e l'iperfemminilità dei modelli femminili in auge nei decenni appena trascorsi – da un lato la Gibson Girl di fine/inizio secolo, dall'altro le pin-up e le star del cinema degli anni '50. In contrasto con queste ultime era già apparsa la 'gamine' in stile Audrey Hepburn (gracile, eterea, vivace e fanciullesca come un monello di strada): pur restando legata ad un gusto bon-ton squisitamente anni '50, questa figura ha comunque aperto la strada a Twiggy non solo per l'aspetto vagamente androgino, ma anche per l'allure infantile che verrà ulteriormente accentuata nell'estetica 'mod'. In un periodo di grandi tragedie (l'assassinio di John F. Kennedy, quello di Martin Luther King, la guerra in Vietnam...), le teenager vogliono indugiare nel lato più infantile della loro giovinezza: via libera a fiocchi, codini, fiorellini e colori sgargianti, quindi, fino ad assomigliare sempre più a delle bambine e/o a delle bambole. È indubbio che anche Twiggy basasse gran parte del suo successo su un aspetto bambinesco, spesso virato sull'ambiguità sessuale. Nel 1967, Look pubblicava un articolo dal titolo eloquente: "Is it a girl? Is it a boy? No, it's Twiggy", mentre Seventeen scriveva che la modella stava "generando il genere della sua generazione".
Leggi per intero la prima parte della mia analisi, dedicata al LOOK di Twiggy: link in bio! 🌸

In "Vacanze romane" (1953), la scena del taglio de

In "Vacanze romane" (1953), la scena del taglio dei capelli è fondamentale: la principessa Anna si lascia alla spalle l'ideale femminile imposto dal protocollo reale per tuffarsi nella modernità dei giovani degli anni '50, ansiosi di abbracciare la propria individualità in contrasto con la generazione dei propri genitori. Si può leggere come una metafora dell'ascesa della sua interprete, #AudreyHepburn, che debutta nel mondo del cinema proprio con questo film, sconvolgendo l'ideale di bellezza della Hollywood dell’epoca con il suo viso irregolare, il suo corpo gracile e slanciato, il suo fascino androgino e fanciullesco, e la sua eleganza semplice e minimal che "democratizza" l'alta moda alternando capi di haute couture ad altri più casual-chic, come pantaloni a pinocchietto e scarpe basse, che privilegiano la praticità promuovendo una maggiore libertà di movimento per le giovani donne. Il suo aspetto infantile e innocente (che aderisce all'ideale della 'gamine', associabile alla vivacità di un monello di strada), le permettono di divergere dalla femminilità tradizionale risultando meno intimidatoria rispetto ad attrici più spiccatamente androgine, come Katherine Hepburn.
Nonostante oggi venga dipinta come un'icona di bellezza ed eleganza quasi irraggiungibile, all'epoca Audrey Hepburn costituiva un modello più accessibile e più vicino alla realtà delle ragazzine e delle donne comuni rispetto a buona parte delle 'dive' precedenti e contemporanee. Secondo i canoni del tempo, Audrey non era considerata sensuale né oggettivamente attraente e per questo motivo, come scrive Rachel Moseley (2000), la sua immagine sembra essere costruita per un pubblico (e uno sguardo) femminile più che maschile. Scorri le immagini per saperne di più 👉🏻

«Hai un naso molto da ebrea, che sta diventando m

«Hai un naso molto da ebrea, che sta diventando molto di moda».
Lo dice un'agente cinematografica ad Alana Kane in #LicoricePizza (2021), ambientato nel 1973.

Abbiamo già visto come i tratti fisionomici stereotipicamente ricondotti agli ebrei siano stati oggetto di caricature che sfociavano nell'antisemitismo (vedi la Strega de 'Il mago di Oz': link in bio). Adesso vogliamo parlare di come la concezione della bellezza ebraica nel cinema sia cambiata, a cavallo fra gli anni '60 e '70, grazie all'enorme successo di #BarbraStreisand.
Come Fanny Brice, da lei interpretata in 'Funny Girl' (1968), Barbra era un pesce fuor d'acqua nel mondo dell'intrattenimento: per usare le parole del suo personaggio, era come "un bagel [specialità culinaria ebraica, ndr] in un piatto pieno di anelli di cipolla". All'epoca, l'aspetto dell'attrice era considerato "provocatoriamente etnico”, come scrive Camille Paglia, e decisamente anticonvenzionale nel contesto hollywoodiano. Come Fanny, determinata a far sì che il pubblico ridesse 'con lei' e non 'di lei', Barbra abbracciava la propria diversità con orgoglio, consapevolezza e ironia. A partire dal tanto chiacchierato naso, che si è sempre rifiutata di modificare chirurgicamente, Barbra non ha mai represso la sua identità jewish.
Sul grande schermo, la sua alterità si rifletteva anche nell'atteggiamento: le ragazze che interpretava erano esuberanti, schiette, impertinenti. Letty Cottin Pogrebin scrive che queste caratteristiche erano associabili ad uno stereotipo etnico (Jewish Big Mouth), ma venivano connotate positivamente in linea con la controcultura e il femminismo degli anni '60 e '70, in un contesto che incoraggiava le donne ad essere sicure di sé e ad esprimersi senza peli sulla lingua. Come Alana (che ribadice più volte di essere ebrea), Barbra affermava il proprio modo di essere senza chiedere scusa a nessuno: sfidando ogni convenzione estetica e di genere, l'attrice è diventata un'icona non solo per la comunità ebraica, ma per chiunque si senta diversə. Quando le hanno chiesto come mai fosse così amata dagli uomini gay, lei ha risposto: «Perché ero diversa... e ce l'ho fatta comunque». - 𝑇𝑜 𝑏𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑒𝑑

Zᴇɪᴛɢᴇɪsᴛ ɪɴ ᴘʟᴀsᴛɪᴄᴀ In

Zᴇɪᴛɢᴇɪsᴛ ɪɴ ᴘʟᴀsᴛɪᴄᴀ

Incarnando lo spirito dei tempi da oltre 60 anni, Barbie è diventata il vessillo di una condizione femminile in continuo movimento. Partiamo per un viaggio nel tempo attraverso i 20 modelli più significativi della bambola, prodotti fra il 1959 e il 2000, per poi fare qualche considerazione sugli ultimi 20 anni di Barbie (2001-2021). Link in bio!

#barbie #bambola #anni50 #anni60 #anni70 #anni80 #anni90 #anni00 #anni10 #culturapop #femminismo #femminismi

«Benvenuti nell’era dell’anti-innocenza! Nes

«Benvenuti nell’era dell’anti-innocenza!
Nessuno fa colazione da Tiffany e nessuno ha storie da ricordare».

Con questa battuta di Carrie Bradshaw iniziava "Sex And The City" (1998-2004), la serie televisiva che ha ridefinito l’immagine della donna poco più che trentenne, single e sessualmente libera, nella New York a cavallo fra vecchio e nuovo millennio.
Oltre 30 anni prima, nella stessa città, un’altra donna single e sessualmente libera, interpretata da un’attrice poco più che trentenne, aveva incantato il mondo intero: parliamo di Holly Golightly in "Colazione da Tiffany" (1961).

Nonostante "Sex And The City" voglia porsi, fin dal primo istante, in contrapposizione con "Colazione da Tiffany", i punti di contatto sono diversi.
Entrambe le opere si configurano come fiabe moderne in cui aspettative progressiste vengono apparentemente “tradite” da un finale romantico: partendo da questa correlazione, mi è venuto spontaneo definire quella di Holly come una fiaba post-femminista, anche se di fatto il film precede i movimenti degli anni '70 a cui il post-femminismo si contrappone. Ed è da qui che si è sviluppata l’intera l’analisi, che calerà “Colazione da Tiffany” non solo nel contesto post-femminista, ma anche in quello della Prima e della Seconda Ondata, senza dimenticare il periodo in cui il film è uscito.
Link in bio!

In che modo la figura della Malvagia Strega dell'O

In che modo la figura della Malvagia Strega dell'Ovest de "Il mago di Oz" (1939) può essere interpretata come uno stereotipo antisemita e antifemminista, ricollegandosi sia alle rappresentazioni negative degli ebrei, sia a quelle delle suffragette?
E in che modo il musical "Wicked" si è riappropriato di quest'immagine per riconnotarla in positivo? Scoprilo nel mio nuovo articolo: link in bio e nelle storie!

Le connotazioni negative legate al colore rosa son

Le connotazioni negative legate al colore rosa sono ancora oggi molto forti. Sicuramente avrete sentito del rifiuto delle Forze dell'Ordine di indossare una mascherina di questo colore, considerato frivolo e appariscente. Ebbene, questo discorso non può prescindere dal fatto che per decenni il rosa è stato associato alla femminilità e a tutte le connotazioni negative ad essa associate. In uno degli articoli del mio sito ho ripercorso la storia di questa correlazione (che non ha radici millenarie, tutt'altro!), evidenziando la necessità di riappropriarsi di questo colore per riabilitare la femminilità egemonica (e stabilire una volta per tutte che i colori non hanno genere). Link in bio! 🌸

Il Rinascimento Disney sancisce il passaggio dalla

Il Rinascimento Disney sancisce il passaggio dalla I Wish Song alla I Want Song: queste principesse non hanno più solo desideri, ma volontà. Hanno il coraggio di dire "voglio qualcosa in più". Queste principesse rivendicano il diritto di provare curiosità, di partire all'avventura, di arrabbiarsi, di disubbidire e anche di sbagliare.
Seguendo la propria strada, le principesse del Rinascimento riescono a cambiare il mondo attorno a loro, abbattendo barriere di natura razzista, specista, classista, sessista.
Leggi l'analisi completa: link in bio!

𝕾𝖆𝖈𝖗𝖔 ✙ 𝕻𝖗𝖔𝖋𝖆𝖓𝖔 (1)

L'archetipo della Fata Madrina - e dunque il personaggio della Fata Turchina di Pinocchio - si ricollega perfettamente ad altre due figure la cui maternità costituisce oggetto di venerazione: da un lato abbiamo la Vergine Maria della religione cattolica, dall'altro la Dea Madre dei culti naturali. La prima è madre di una divinità, la seconda è una divinità in quanto madre dell'umanità. Il potere della creazione le accomuna alla Fata Azzurra del Classico Disney, che concede a Pinocchio il dono della vita ("the gift of life is thine", "la vita io t'ho donato") e lo conduce verso la salvezza.
Curiosamente, l'azzurro delle vesti di Maria è lo stesso colore che caratterizza non solo l'abbigliamento della Fata Azzurra, ma anche quello della Fata Smemorina di "Cenerentola", di Serenella de "La bella addormentata" e perfino di Elsa alla fine del primo "Frozen". In effetti, si può dire che l'azzurro sia, in generale, il colore della magia positiva nei Classici Disney (vedi anche Mago Merlino e il Genio di Aladdin).
E se, con un po' di fantasia, possiamo associare la veste della Fata Azzurra di Pinocchio a quella delle apparizioni di Maria a Lourdes, non possiamo negare l'ispirazione alla vestaglia di Jean Harlow in "Proprietà riservata", che le dona un'aura eterea e sensuale in pieno stile Art Nouveau. Ed ecco che, in questo triplice parallelismo, troviamo ancora una volta il sacro e il profano.
A chiudere il cerchio c'è la corona di fiori che appare sul capo della Fata Turchina nella prima edizione illustrata del romanzo e in alcune delle sue trasposizioni filmiche, che rimanda direttamente alle Dee dei culti naturali.
Leggi l'analisi sulla Fata Turchina, a cura di Angelo Serfilippi: link in bio!

Nomen omen. Il nome di Mirabel di "Encanto" non de

Nomen omen.
Il nome di Mirabel di "Encanto" non deriva solo dal verbo spagnolo "mirar" ("guardare"), che fa riferimento al fatto che lei riesca a 'vedere' le cose in modo diverso rispetto al resto della sua famiglia, ma anche dall'aggettivo latino "mirabilis", che svela l'incredibile commistione fra ordinarietà e straordinarietà che caratterizza il personaggio.
Leggi l'analisi: link in bio!

#maribelmadrigal #encantodisney

La fine di tutto è l'inizio di tutto. 🦋 Nel se

La fine di tutto è l'inizio di tutto. 🦋
Nel secondo saggio della mia collana per Delos Digital, io e Angelo Serfilippi abbiamo analizzato le figure magiche femminili nell'animazione Disney, da Persefone del corto "La dea della primavera" (1934) ad Elsa di "Frozen II" (2019). Alla fine del saggio è presente un "glossario" di tutte le Dee, le fate e le streghe dei Classici Disney, a dimostrare come l'inizio e la fine siano indissolubilmente legate da un filo rosso che attraversa 80 anni d'animazione e di storia americana.
Scopri di più: link in bio!

Ricollochiamo le principesse del Rinascimento Disn

Ricollochiamo le principesse del Rinascimento Disney negli anni d’uscita dei rispettivi film, con riferimenti alla società e alla moda del loro tempo. 👑✨
Link in bio!

Nel 1989, l'onore di introdurre in anteprima il nu

Nel 1989, l'onore di introdurre in anteprima il nuovo Classico Disney in uscita spettò ad Alyssa Milano, la giovanissima attrice che scoprirà, proprio in quest’occasione, di essere stata fra le ispirazioni dietro al design della nuova principessa. “La Sirenetta" viene presentato come un ritorno alle fiabe della grande tradizione Disney, da "Biancaneve e i sette nani" a "La bella addormentata nel bosco". E proprio così, ripartendo da dove ci eravamo lasciati un anno fa, voglio presentarvi la seconda parte di “Principesse del loro tempo", in uscita molto presto.

🐚🐚🐚

Il video è stato realizzato da Sub Classics, nuovo canale che durante le Feste sta pubblicando in versione sottotitolata diversi film ispirati alle fiabe, divenuti celebri classici natalizi in Russia, Germania e Repubblica Ceca, e da noi semi-sconosciuti. Scopriteli seguendo la pagina @subclassics!

#principessedisney #lasirenetta

𝑃𝑟𝑖𝑛𝑐𝑖𝑝𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜: gli anni '70 (parte 3 di 3)

1977: esce "Le avventure di Bianca e Bernie".
Attraverso la co-protagonista del film, la Disney introduce la figura della "donna in carriera", indipendente e sicura di sé, ma la rappresenta nelle sembianze della topolina antropomorfa Bianca: il modello femminile in questione viene quindi “ridimensionato” dalle fattezze non propriamente umane del personaggio. Insomma, qui abbiamo valori progressisti che vengono smussati dalla forma animale tanto quanto, nel 1973, valori più conservatori erano stati incarnati dalle sembianze volpine della Lady Marian di "Robin Hood".

Ai fini della nostra analisi, appare emblematico il contrasto fra Bianca e la sua controparte maschile (Bernie): l’insicurezza, la goffaggine e la pavidità di quest’ultimo sono ancora più evidenti in confronto alla disinvoltura, all'intraprendenza e allo spirito avventuroso della prima, molto più "sveglia" del collega, e sempre all'altezza della situazione. Possiamo notare come una dinamica simile si ripresenti anche nella coppia formata dai due cattivi, Madame Medusa e il suo sottoposto (Snoops): anche qui, l'intraprendenza della donna si scontra con l'inettitudine dell'uomo, ma naturalmente non si tratta, in questo caso, di una relazione "sana".

Rispetto ai tempi di "Bewitched" (1964-1972), rappresentare una coppia in cui la parte femminile risultava essere più "capace" di quella maschile cominciava ad apparire non più come un atto sovversivo, ma come la naturale conseguenza di un decennio in cui il movimento femminista aveva raggiunto una notevole rilevanza socio-politica negli Stati Uniti. Anche il capo della Società Internazionale di Salvataggio per cui Bianca lavora riconosce che "non è più come ai vecchi tempi, in cui il mondo era degli uomini", aggiungendo che "c'è una prima volta per tutto", ma non risulta propenso ad accettare che la topolina vada in missione da sola. Così, la invita a trovarsi un compagno di viaggio (maschio, ovviamente) e lei disattende nuovamente ai suoi preconcetti (in fatto di classe sociale, questa volta) scegliendo Bernie, usciere e addetto alle pulizie. (continua nei commenti 1 e 2)

𝑃𝑟𝑖𝑛𝑐𝑖𝑝𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜: gli anni '70 (parte 2 di 3)

1973: esce “Robin Hood”.
La figura su cui vogliamo concentrarci è Lady Cocca, dama di compagnia di Lady Marian. In lei ritroviamo caratteri fortemente legati all’accudimento e quindi tratti stereotipici femminili (il lavoro a maglia, il fatto di intenerirsi di fronte ai bambini, il suo spirito romantico), che vengono coniugati ad altri maschili. Quando scoppia il marasma al torneo indetto dal principe Giovanni, Cocca invita Marian a farsi da parte (“Scappa, fanciullina! Questo non è posto per una signora!”), mentre lei si tuffa nella mischia, in una delle scene più divertenti dell’animazione disneyana, che culmina con un’azione degna di una fuoriclasse del football, sport che negli USA è considerato essere tempio della più spiccata mascolinità. Cocca è esuberante, turbolenta, sfacciata e senza peli sulla lingua: non si fa problemi a prendere in giro il principe Giovanni e a rispondere a tono a lui e ai suoi scagnozzi. Cocca è scatenata, sempre attiva e in movimento; sempre pronta a scherzare, giocare con i più piccoli (assumendo nuovamente un ruolo maschile, quello del principe Giovanni), ballare, fare sport (la vediamo giocare a badmington con Lady Marian, per quanto si tratti di un'attività considerata "femminile") e addirittura partecipare ad una rissa. Si tratta di un personaggio decisamente fuori dagli schemi, che potremmo associare ad una nota politica e femminista dell'epoca, Bella Abzug, donna robusta, tosta, materna e simpatica soprannominata "Battling Bella", "Madre Coraggio" o "Uragano Bella".

(Continua nel primo commento)

𝑃𝑟𝑖𝑛𝑐𝑖𝑝𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜: gli anni '70 (parte 1 di 3)

1970: esce “Gli Aristogatti”.
La padrona dei gatti che danno il titolo al Classico è Madame Adelaide, un’anziana e ricchissima cantante d’opera ormai in pensione. Si tratta di un personaggio più rivoluzionario di quanto siamo abituati a pensare: fino a quel momento, le uniche donne che vivevano senza un uomo affianco, nei Classici Disney, erano le fate e le streghe, che potevano più facilmente incarnare uno stile di vita considerato deviante, o più in generale le "cattive", come Crudelia Demon. Madame Adelaide è una donna completamente indipendente a livello economico: siamo portati a pensare che la sua agiatezza derivi esclusivamente dai suoi guadagni, considerato che non viene mai nominato un marito da cui avrebbe potuto ereditare casa e soldi. Oltre a questo, Madame Adelaide ci tiene al proprio aspetto: la vediamo specchiarsi e “farsi bella” prima della visita del suo avvocato Georges. In precedenza, un simile comportamento sarebbe stato associabile a “cattive” come la Regina di Biancaneve, simbolo di una vanità che le connotava in negativo, in contrasto con l’animo puro della principessa, inconsapevole della propria bellezza naturale, che non necessita di trucco e parrucco. Alla luce di questo, l’aspetto di Adelaide sembra porsi come una via di mezzo fra il design della principessa allora più recente (Aurora) e quello della “cattiva” più terrena (la matrigna di Cenerentola).
Inoltre, Madame Adelaide accoglie con civetteria le lusinghe di Georges e si lascia andare ad un vivace tango: parlare di flirt sarebbe esagerato (“siamo due vecchi sciocchi sentimentali”), ma il suo giocoso temperamento e la menzione a notti di ballo e fiumi di champagne ci lasciano immaginare i trascorsi di una donna che in passato ha avuto un’intensa vita sociale e, possibilmente, diverse esperienze sentimentali (e/o di natura sessuale) con uomini, senza mai sentirsi obbligata a sposarsi. (continua nel primo commento)

Negli anni ’70, come scrive Amy Davis, l’emanc

Negli anni ’70, come scrive Amy Davis, l’emancipazione femminile non si riflette particolarmente nel cinema hollywoodiano.
Anche la cinematografia disneyana ne fa i conti in modo indiretto, con tre personaggi che incarnano valori progressisti e conservatori allo stesso tempo. La natura più sovversiva di queste figure viene mitigata da tratti stereotipicamente femminili, dalla loro funzione comica o dal loro aspetto animale, come vedremo nei prossimi tre post, arricchiti dalle note di David Roberts, professore di History Of Modern Fashion presso il Marist College di Poughkeepsie, New York, e già consulente per "Principesse del loro tempo: 1937-1959".

𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑎 𝐵𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐴𝑑𝑑𝑜𝑟𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑎 (parte 3)

Facendo un passo indietro, notiamo come "La Carica dei 101" (1961) presenti una contrapposizione fra Anita e Crudelia De Mon che rimanda alla classica dicotomia fra la giovane e candida principessa e la solitaria, vanitosa ed emancipata "cattiva", inaugurata dal contrasto fra Biancaneve e la Regina Cattiva. Tuttavia, qui abbiamo da un lato una donna adulta e sposata, una persona come tante che non ottiene alcun titolo nobiliare (vive in una "piccola, orribile casa" che ai suoi occhi costituisce, come afferma beffarda Crudelia, "un castello incantato") e non è neanche il personaggio principale, e dall'altro un'antagonista che non è letteralmente una strega o una matrigna (anche se ne conserva i tratti fondamentali), e che non si scaglia direttamente contro l'eroina, ma contro i suoi cani, veri protagonisti della vicenda. Abbiamo poi "La spada nella roccia" (1963), che debutta nell'anno in cui Betty Friedan pubblica il suo "La mistica della femminilità", dando via alla Seconda Ondata: qui abbiamo Maga Magò, un'antagonista magica che risulta meno demonizzata rispetto alle precedenti (Regina Cattiva, Malefica). Da un lato si può dire che il suo potere venga sminuito dal fatto di essere "ridotta" a personaggio comico, dall'altro la sua caratterizzazione potrebbe farsi testimone di una visione meno ostracizzante della "strega" (vista come metafora della femminista), anche se Magò viene comunque sconfitta (ma non uccisa) da Merlino.
Nel 1967, alle porte della rivoluzione sessuale, esce "Il libro della giungla" che non include nessun personaggio femminile nel cast principale (la piccola Shanti non conterebbe comunque, ai fini della nostra analisi) e, quando arriviamo a "Gli Aristogatti", siamo già nel 1970. La prossima settimana ripartiremo proprio da qui, per scoprire sotto quali vesti la Disney ha incarnato i nuovi valori degli anni '70 attraverso tre personaggi femminili peculiari, conservando i vecchi per una principessa-volpe.

𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑎 𝐵𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐴𝑑𝑑𝑜𝑟𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑎 (parte 2)

Gli anni '60 e '70 sono stati campo di numerosi mutamenti sociali, fra cui il sorgere della Seconda Ondata Femminista, che ha scombussolato i ruoli di genere, accompagnando le donne verso un'indipendenza emotiva ed economica.
Alla luce di questo, risulta indicativo il fatto che la Disney non abbia introdotto nessuna nuova principessa negli anni '60 e '70. Da parte degli studios c'era sicuramente la volontà di allontanarsi dall'ambito fiabesco. A fronte dei risultati insoddisfacenti de "La bella addormentata" e dall'incoraggiante exploit de "La carica dei 101", la Disney comincia a puntare su storie più leggere e quotidiane (e su produzioni meno costose), spesso con protagonisti animali. Notiamo come, in questi due decenni, la company abbia evitato di presentare personaggi femminili umani che potessero anche solo vagamente aderire all'archetipo della principessa. Nei Classici prodotti dall'inizio della Seconda Ondata (1963) alla fine degli anni '70 non viene rappresentata nessuna giovane donna (principessa e non), neanche quando il focus è su personaggi umani e l'ambientazione lo permetterebbe, come ne "La spada nella roccia". Insomma, i film d'animazione della Disney di quel periodo escludono dalla propria narrazione le ragazze "in età da marito", forse pensando che i vecchi modelli femminili sarebbero risultati obsoleti e quelli nuovi ancora troppo dirompenti per un prodotto disneyano.

𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑎 𝐵𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐴𝑑𝑑𝑜𝑟𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑎 (parte 1)

Nel dicembre dell'anno scorso ho pubblicato un'analisi che ricollocava le prime tre principesse Disney nell'anno d'uscita dei loro rispettivi film, con riferimenti al contesto sociale e alla moda del loro tempo (link in bio).
Alla fine di questo mese pubblicherò la seconda parte dell'analisi, prendendo in considerazione il Rinascimento Disney (1989-1999), epoca che risveglia un archetipo (e uno studio d'animazione) che dormiva da decenni, ma prima voglio raccontarvi, con una serie di post, cos'è successo fra Aurora e Ariel. Nei trent'anni che separano "La bella addormentata" da "La Sirenetta", l'animazione Disney stava andando incontro al suo tramonto, mentre la società occidentale scorgeva una nuova aurora che avrebbe permesso alla casalinga dei sobborghi di uscire dal buio della propria condizione domestica per molto più di una notte al Ballo. La Bella Addormentata cascava in un sonno profondo proprio quando la donna americana apriva finalmente i suoi occhi.

Una, nessuna e centomila. Una e trina. Angelo Serf

Una, nessuna e centomila. Una e trina.
Angelo Serfilippi analizza la figura della Fata Turchina di Pinocchio in tutte le sue sfumature. Un viaggio fra letteratura e cinema, fiaba e storia, sacro e profano. Link in bio!

Come ogni anno, voglio dedicare il periodo delle F

Come ogni anno, voglio dedicare il periodo delle Feste ai personaggi Disney.
A fine mese arriverà uno degli articoli più attesi, ma oggi ricorre il 120° compleanno di Walt Disney, quindi perché non festeggiare facendo un ripassino di tutto ciò che ho pubblicato finora a tema Disney? 🌟
Articoli, analisi, un'intervista e un saggio: trovate tutto nel link in bio!

In che modo la caratterizzazione della protagonist

In che modo la caratterizzazione della protagonista di "Encanto", si pone in relazione con le sue sorelle (e con le precedenti eroine Disney)?
Mirabel rappresenta il "giusto mezzo", un'aurea mediocritas fra ordinarietà e straordinarietà. Ecco le mie riflessioni: link in bio!

#disney #disneyita #encanto #mirabel #mirabelencanto #encantomirabel #principessedisney #principessadisney #isabela #luisa #eroinadisney #disneyheroine #disneyitalia #classicidisney #classicodisney #aureamediocritas #mediocrità

Il recente moto di nostalgia per gli anni 2000 ci

Il recente moto di nostalgia per gli anni 2000 ci obbliga a fare i conti con il sessismo che ha pervaso la cultura pop di quel decennio, mietendo vittime fra giovani donne come Paris Hilton e Britney Spears.
Ne parliamo prendendo in analisi il film "Una donna promettente" (2020), link in bio! 🌸

#parishilton #britneyspears #promisingyoungwoman #unadonnapromettente #anni2000 #2000s #anni00 #y2k #mcbling #2007 #britney #freebritney

Oggi compie trent'anni la storia di una giovane do

Oggi compie trent'anni la storia di una giovane donna che si ritrova in un'ambiente a lei ostile, ma che alla fine riesce a cavarsela con determinazione e un pizzico di diplomazia. Vi ricorda qualcuno?
Sì, è la storia di Belle de "La Bella e la Bestia", ma è anche la storia della sua creatrice, Linda Woolverton.
Una storia che ho deciso di raccontarvi in collaborazione con Carmen Crisafulli (Koogai.) 🥀
Link in bio!

Da oltre 50 anni, la bambola più venduta in Giapp

Da oltre 50 anni, la bambola più venduta in Giappone è Licca-chan, mentre Barbie, la più famosa fashion doll al mondo, non ha mai davvero sfondato nel Paese del Sol Levante.
In cosa queste due bambole sono diverse e perché Licca è riuscita dove Barbie ha fallito?
Ne parlo nel mio ultimo articolo, che ha visto il prezioso contributo di Aurora Canepari, direttrice del Museo d'Arte Orientale Chiossone di Genova, e della professoressa e ricercatrice Anna Specchio.
Link in bio!

Per la copertina e le immagini interne del secondo

Per la copertina e le immagini interne del secondo saggio della mia collana mi sono affidato a Massimiliano Modica (@massy_coleman_talbot), autore di "Princesses In Art", serie di illustrazioni che reimmaginano le principesse Disney all'interno di quadri famosi (ne avete viste alcune anche sulla mia pagina).
Da qui è venuta l'idea di proporre qualcosa di simile, ma con le Dee, le fate e le streghe disneyane. Io, Massimiliano e il co-autore del saggio, Angelo Serfilippi, ci siamo consultati e abbiamo individuato due opere da citare: "La Primavera" di Sandro Botticelli per le Dee e "Three Witches" di Henry Fuseli per fate e streghe, in riferimento al celebre trio del Macbeth di Shakespeare. Fate e streghe risultano quindi ispirate alla stessa opera, già oggetto di numerose rivisitazioni, a indicare come non si tratti di figure che si pongano sempre dalla parte del bene (le prime) o del male (le seconde), tanto che Malefica è una fata, ma si trova insieme alla Regina Cattiva. Buone e cattive puntano ironicamente il dito le une contro le altre, in un rimando alle diverse direzioni in cui le streghe di Macbeth si sono rivolte nelle varie reinterpretazioni dell'opera.
Il saggio include queste tre illustrazioni in due versioni: a colori (ad acquerello) e in bianco e nero (a penna): in quest'ultimo caso c'è un chiaro rimando, per fate e streghe, alla litografia di Macbeth.
Fondamentale, sia per le Dee che per le fate e le streghe, è la ricorrenza del numero tre.
Per sapere perché, dovrete leggere il saggio. 🌸 Link in bio!

È appena uscito il secondo ebook della mia collan

È appena uscito il secondo ebook della mia collana, scritto insieme a Angelo Serfilippi e pubblicato da Delos Digital!
Il saggio offre un'analisi delle diverse connotazioni che il potere femminile ha assunto nei secoli: Venerazione con le Dee pre-cristiane, Persecuzione con le streghe, Riabilitazione con le fate e infine Liberazione. A fare da cornice all'analisi ci sono le Dee, le streghe e le fate disneyane, fra cui spicca la figura di Elsa di Frozen, personaggio che incarna tutti e tre i ruoli (e non solo). Per saperne di più, clicca sul link in bio!

Il 5 novembre 2001 esce il terzo album di Britney

Il 5 novembre 2001 esce il terzo album di Britney Spears.
La cantante non è più una ragazza, ma non è ancora una donna: "Britney" riflette questo periodo transitorio, in cui la popstar vuole affermare la propria identità e prendere il controllo della sua vita. Questo ci ha fatto pensare al genere del romanzo di formazione, a cui abbiamo ricollegato i testi e i video dei brani più significativi dell'album. Link in bio!

Trovate un mio saggio breve sull'ultimo numero di

Trovate un mio saggio breve sull'ultimo numero di Manga Academica, rivista di studi sul fumetto e sull'animazione giapponese. ✨
Dopo essere stato presentato in anteprima a Lucca Comics 2021, il volume è da oggi acquistabile su Amazon e su tutte le principali piattaforme.
Per saperne di più, clicca sul link in bio!

Nel prossimo saggio della mia collana, in uscita a

Nel prossimo saggio della mia collana, in uscita a novembre, io e Angelo Serfilippi vi parleremo di potere femminile attraverso dee, fate e streghe dei Classici Disney.
C'è tuttavia un tassello fondamentale nella rappresentazione della magia femminile disneyana che non deriva da un lungometraggio d'animazione della major, ma da un fumetto 100% italiano (anzi, genovese) che ha debuttato nell’aprile di 20 anni fa con una storia intitolata proprio "Halloween".

Parliamo ovviamente di Will, Irma, Taranee, Cornelia e Hay Lin, le protagoniste di W.I.T.C.H.
L'ispirazione dietro a questo progetto non è solo la popolarità dei gruppi di ragazze-guerriere in stile Sailor Moon, ma anche un concetto di magia che si distacca nettamente dallo stereotipo della strega di Biancaneve per abbracciare un potere femminile più antico, profondo e ancestrale.

L'introduzione al primo numero della rivista risulta programmatica, in questo senso:

"W.i.t.c.h. è una sigla. Ma se togli i puntini ottieni una parola inglese che significa strega. Strega, in origine, era colei che conosceva la natura e i segreti per rispettarla e dominarla. Aveva un sentire unico e speciale. Perciò era magica".

Ci si riferisce dunque alla magia di quelle donne che solo in seguito avrebbero acquisito la nomea di streghe, ma che in origine rispondevano al ruolo di sacerdotesse e guaritrici, portatrici di sapienza e di spiritualità, in stretto contatto con la natura come le guardiane di Kandrakar, che infatti si legano ai quattro elementi e allo spirito che li unisce, come nella più comune interpretazione pagana del simbolo del pentacolo. E infatti l'ispirazione è stata la religione wicca e l'estetica New Age, che stavano spopolando fra la fine degli anni '90 e l'inizio dei '00.

Qualche mese fa ho avuto l'onore di parlare direttamente con i co-creatori del fumetto, @alessandro_barbucci e @barbara_canepa, che mi hanno raccontato la genesi del progetto che ha dato vita a un nuovo tipo di strega disneyana, anticipando la sede americana di oltre un decennio. Link in bio!

In collaborazione con Alessio D'Avino, scrittore e

In collaborazione con Alessio D'Avino, scrittore ed esperto di Scarlet Witch, voglio condurvi in un viaggio alla scoperta dell'archetipo della strega e della sua evoluzione, dai miti classici alla cultura pop, partendo proprio da WandaVision. Link in bio! @audenfire @togetherweread29

Esiste una lunga storia di associazioni fra stregh

Esiste una lunga storia di associazioni fra streghe e femministe nei prodotti mediali: uno dei casi più recenti è la serie "American Horror Story: Coven", che cela diversi riferimenti alla storia del femminismo.
Ne ho scritto sul mio sito, clicca sul link in bio per leggere l'articolo ✨

Dee, Fate, Streghe. Il potere femminile dai culti

Dee, Fate, Streghe. Il potere femminile dai culti naturali a Walt Disney.
🦋 Presto in tutti gli store digitali 🦋
@angeloserfilippi @delos.digital

Quando Giulia Abbate (@giulia.editor), press manag

Quando Giulia Abbate (@giulia.editor), press manager di Delos Digital, mi ha invitato a curare una collana di saggi legati al mio sito, non ho avuto dubbi su quale fosse il personaggio più adatto a lanciare il progetto.
Samantha, la protagonista di Bewitched, è una strega, figura che ci riporta al femminismo di Seconda Ondata e al suo classico slogan, quel “Tremate, tremate…” che ha caratterizzato le manifestazioni degli anni ‘70, qualche anno dopo la fine della sit-com.
Eppure non è questo il motivo che mi ha spinto a sceglierla, o meglio non è solo questo. A rendere interessante il personaggio concorrono una serie di fattori, primo fra tutti il periodo storico in cui è stato concepito. Bewitched non accompagna il movimento femminista, ma lo precede, vedendo la luce in un contesto sociale in cui il potere femminile da una parte risulta ancora inespresso – come il “problema” messo in luce da Betty Friedan – dall’altra è in procinto di manifestarsi, di esplodere nella Seconda Ondata. Il potere di Samantha rappresenta, dunque, tutto il potenziale di questa collana di saggi, nonché la sua natura stessa: heroica.it, come Bewitched, porta in scena limiti e potenzialità della condizione femminile attraverso un involucro “pop”, leggero.
Come Samantha, che rivoluziona l’archetipo della strega, rendendo familiare e rassicurante il concetto di potere femminile, anche heroica.it veicola messaggi sovversivi fra un arricciamento del naso e l’altro: entrambe sono femministe sotto copertura.

🌸 Scopri di più sul saggio: clicca sul link in bio!
🌸 Assisti alla mia conferenza OGGI alle 17 al Salone del Libro (Sala del Fumetto, PAD 1 - Area @mufant).

Stasera Canale 5 trasmette il film "Titanic" (1997

Stasera Canale 5 trasmette il film "Titanic" (1997), quindi voglio parlarvi della sua eroina, Rose.
La mia analisi non si è concentrata solo sui tratti che la accomunano alle Principesse Disney, ma anche su come la sua storia si inserisca perfettamente nello schema classico del Viaggio dell'Eroe, che caratterizza tutte le principali narrazioni di ogni tempo.
Si parla di "viaggio" perché, nella loro definizione più classica, eroine ed eroi intraprendono un percorso assimilabile ad un viaggio, reale o metaforico, che porta a un cambiamento profondo nel personaggio. Se pensiamo al fatto che Rose compia un viaggio letterale a bordo del #Titanic, mettere a paragone l'immagine della sua partenza con quella del suo arrivo risulta decisamente efficace ai fini del discorso.

La liberazione di Rose appare evidente anche dagli outfit che indossa nel corso del film: essi riflettono la sua condizione, risultando rigidi e pomposi all'inizio, morbidi e leggeri verso la fine. Stesso discorso per i capelli: la vediamo per la prima volta con i capelli perfettamente raccolti, li scioglie per sfogarsi nel momento del tentato suicidio, poi tornano raccolti quando la madre la spinge a lasciare Jack e, quando posa per il ritratto di quest'ultimo, vengono nuovamente sciolti.

Ogni fase del suo percorso si ricollega direttamente a ciascuna delle 12 tappe del Viaggio dell'Eroe, tracciate da Christopher Vogler sulla base degli studi di Campbell.
Scopri di più leggendo il mio articolo, link in bio!

Nelle mie storie potete vedere foto e video dalla

Nelle mie storie potete vedere foto e video dalla mostra "Disney. L'arte di raccontare storie" e scoprire qual è il titolo del prossimo saggio della mia collana per Delos Digital. 🍂🦋

Lunedì 18 ottobre sarò al @salonelibro per prese

Lunedì 18 ottobre sarò al @salonelibro per presentare il primo saggio della mia collana, pubblicato da Delos Digital. ✨
L’incontro è al Padiglione 1, Sala del Fumetto, dalle 17:00 alle 18:00, all’interno di una rassegna di eventi curati dal @mufant!

𝐈𝐥 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐢

𝐈𝐥 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐁𝐫𝐢𝐭𝐧𝐞𝐲
Mi lasciano puntualmente basito i commenti di persone che ritengono che la storia di #Cenerentola non sia attuale.
Lasciate da parte il Ballo, i topini, la Fata Madrina, la scarpetta di cristallo e il principe: il significato profondo di questa fiaba, come di tutte le fiabe, è semplice e universale. Parla di una ragazza che si trova in una brutta situazione da cui non sembra esserci via d’uscita, ma parla anche di come questa ragazza riesca a cogliere l’occasione giusta per liberarsi da questa condizione, facendo leva sui propri alleati, ma soprattutto sulla propria forza interiore. Una forza che non la spinge ad una ribellione violenta, perché sa che ad avere il coltello dalla parte del manico è il suo oppressore: questo non la rende una vittima da incolpare perché “non reagisce”, ma una persona che riesce a non farsi sopraffare dagli abusi subiti, sperando di ottenere giustizia.
È a questa storia che ho pensato nell’assistere agli esiti del caso giudiziario di Britney Spears, prigioniera di una conservatorship amministrata dal padre - una figura famigliare ancor più della Matrigna di Cenerentola - che controllava la sua vita e le sue finanze, obbligandola a lavorare contro la sua volontà solo per potersi arricchire sulle sue spalle.

🌸 Continua nel primo commento 🌸

Siamo presenti con uno stand al Loving The Alien F

Siamo presenti con uno stand al Loving The Alien Fest!
Con le nuove illustrazioni di @massy_coleman_talbot e @yasimuf in anteprima e il nuovo saggio annunciato al panel delle 12:30✨

La teca è pronta! ✨
Vi aspettiamo domani per l’inaugurazione della mostra Women Of Wonder e, alle 12:30, la nostra conferenza “Vite da Strega” al Loving The Alien Fest di Torino!

Io e @audenfire partecipiamo alla mostra "Women Of

Io e @audenfire partecipiamo alla mostra "Women Of Wonder. Donne Superpotenti" con una teca dedicata a Scarlet Witch!
Ne parleremo nel nostro panel, sabato 18 alle 12:30, e in un articolo che uscirà presto ✨

@mufant @togetherweread29 #wandavision #wandamaximoff #scarletwitch #supereroina #strega #supereroine #streghe #strega #mufant #vitadastrega

Dee, fate, streghe, supereroine e supercasalinghe.

Dee, fate, streghe, supereroine e supercasalinghe.
Un viaggio attraverso le diverse forme che la magia femminile assume nella cultura pop.
Questo è il tema del panel che terremo sabato prossimo al Loving The Alien Fest di Torino!
In questo post vi presento le persone che saranno con me, svelando qualcosa in più sui progetti che annuncerò in anteprima ✨➡️
@mufant @giulia.editor @angeloserfilippi @audenfire @togetherweread29

Il 18 settembre, in contemporanea al Loving The Al

Il 18 settembre, in contemporanea al Loving The Alien Fest, inaugura la mostra "Women Of Wonder. Donne Superpotenti" al @mufant!
L'esposizione è dedicata alle supereroine, con un'ampia sezione incentrata su Wonder Woman (a cura della collezionista Stefanie Gröner) e vari panel a tema, fra cui segnalo un intervento di @le_sex_en_rose sulla correlazione fra bondage e femminismo che avrà luogo alle 14:45, appena un'ora dopo la fine della nostra conferenza, sullo stesso palco (Spazio 2).

Per parlarvi dell'evento, non ho potuto fare a meno di ripescare una foto di Geri Halliwell travestita da Wonder Woman nel film delle Spice Girls... non riesco a pensare a niente che incarni meglio lo spirito di heroica. 🌸
P.S. All'interno della mostra ci sarà anche una teca curata da me con @audenfire, ma non voglio svelarvi ancora nulla. ✨

Oggi heroica compie 2 anni! 🌸 Ancora una volta,

Oggi heroica compie 2 anni! 🌸
Ancora una volta, voglio festeggiare con le illustrazioni di @yasimuf, che ci accompagnano di anno in anno: dal post inaugurale della pagina Facebook (2019) alla locandina della mostra di Sailor Moon (2020), fino alla copertina del primo saggio della mia collana per Delos Digital (2021).
Stay tuned, perché presto uscirà una seconda illustrazione a tema... ✨

Le streghe stanno per tornare! Al Loving The Alien

Le streghe stanno per tornare!
Al Loving The Alien Festival presenterò i progetti della stagione in una conferenza con Angelo Serfilippi e Alessio D'Avino. ✨
Introduzione di Giulia Abbate (Delos Digital).
Ci vediamo il 18 settembre alle 12:30 al Mufant - Museo del Fantastico e della Fantascienza di Torino!

Kill Bill parla di maternità. Più precisamente,

Kill Bill parla di maternità.
Più precisamente, di come la maternità possa influenzare la vita di una donna in una società che ragiona per compartimenti stagni, secondo cui una madre non può essere una donna in carriera, tantomeno una killer che uccide per denaro.
In che modo Beatrix, la protagonista della duologia di Quentin Tarantino, riuscirà a conciliare queste diverse parti di sé? Ne parlo nel mio ultimo articolo, link in bio!

L'analisi costituisce una piccola appendice al mio saggio "Vita da Strega. Da Bewitched alle maghette giapponesi" (Delos Digital, 2021), disponibile su tutti gli store digitali!

#killbill #beatrixkiddo #quentintarantino #maternità #femminismo #femminismi #culturapop #femminista #femministe #killbillvol1 #killbillvol2 #madre #madri #mamma #mammaefiglia

All'inizio degli anni '80, "L'ultimo unicorno" rif

All'inizio degli anni '80, "L'ultimo unicorno" riflette la difficoltà di conciliare aspetti dell'identità femminile che per lungo tempo erano stati considerati incompatibili, come voler essere una donna in carriera e, al contempo, una moglie e una madre.
Il film promuove l'importanza di preservare la propria individualità sopra ad ogni cosa (e strizza l'occhio alla comunità LGBT+), ma il finale conserva un gusto agrodolce: davvero le donne non possono "avere tutto"?

L'analisi, che potete leggere sul mio sito, costituisce una piccola appendice al mio saggio "Vita da Strega. Da Bewitched alle maghette giapponesi", disponibile su tutti gli store digitali! ✨

È appena uscito il primo ebook della mia collana,

È appena uscito il primo ebook della mia collana, pubblicato da Delos Digital!
Per acquistarlo, clicca sul link in bio! 🌸

Il saggio analizza l’impatto della sit-com Vita da Strega (Bewitched) nell’immaginario collettivo. Si parte dal contesto storico in cui è nata e si passa dalle sue antenate alle sue contemporanee (Mary Poppins), fino ad arrivare alle sue eredi americane e giapponesi (Sally la maga, Lamù, Oh Mia Dea!), tracciando la genealogia di una serie che ha rivoluzionato l’immagine della strega nella cultura pop.

Ci siamo quasi! Domani esce il primo ebook della c

Ci siamo quasi!
Domani esce il primo ebook della collana da me curata per Delos Digital. 🌸
@delos.digital @giulia.editor #marypoppins

Ci stiamo preparando per il lancio della mia colla

Ci stiamo preparando per il lancio della mia collana di saggi per Delos Digital... 🌸
@giulia.editor @delos.digital #marypoppins #streghe #strega #disney #culturapop

Oggi celebriamo Misako Kurata, madre di Sana del m

Oggi celebriamo Misako Kurata, madre di Sana del manga e anime "Kodomo No Omocha" ("Rossana").

Misako è una donna che ha vissuto sulla propria pelle le pressioni della società riguardo al diventare madre, con pesanti complessi di inferiorità nel momento in cui capisce di non poter avere figli. Misako giunge quindi ad una conclusione drastica: se non può essere una donna ordinaria agli occhi della società, non le resta che diventare una donna straordinaria.
E così si lascia andare, uscendo dagli schemi con una nuova capigliatura e un nuovo atteggiamento nei confronti della vita: abbracciando la propria "stranezza", Misako trova la serenità e, soprattutto, il lato più autentico di sé.
È solo in questo momento che la vita le presenta l'opportunità di diventare madre: Misako scorge una bambina abbandonata su una panchina e capisce che quella è la "sua" Sana.
La crescerà da sola, divorziando dal marito, e sarà per lei una madre "straordinaria".

A discapito dell'aura di follia che la circonda, Misako è una donna profondamente saggia e razionale, ma anche criptica e apparentemente scostante nei confronti della figlia, alla quale riserva ben poche manifestazioni d'affetto. In realtà, tiene a Sana più che a chiunque altro, anche se il suo comportamento può farla apparire, agli occhi degli altri, come una madre degenere: con la figlia rompe ogni tabù - come quando parla apertamente di precauzioni sessuali - e non si fa mai problemi a sbatterle in faccia la realtà. D'altronde, le ha rivelato in tenera età di non essere la sua vera madre.

Il rigore con cui Misako cresce Sana è lo stesso che impone a sé stessa nel crescerla, in apparente contrasto con il folle contorno di copricapi ed ammennicoli di cui ama circondarsi, che anzi tornano spesso utili a scopo educativo (come quando colpisce la figlia con un martello di gomma per farla ragionare). E così, Misako sa bene che la cosa giusta è che Sana possa incontrare la sua madre biologica, scegliendo autonomamente con chi stare, anche se questo potrebbe significare perderla per sempre.
Quando arriverà il momento di prendere una decisione, Sana non avrà dubbi su chi sia la sua "vera" madre.

La Primavera delle Streghe entra nel vivo con un a

La Primavera delle Streghe entra nel vivo con un annuncio speciale: a partire da fine maggio sarò il curatore di un collana di saggi sui personaggi femminili nella cultura pop per l'editore Delos Digital, che pubblicherà 8 contributi scritti da me e da altre/i, a cadenza bimestrale. ✨

Grazie a @giulia.editor per avermi invitato a ricoprire questo ruolo!
Ci sarà spazio per i grandi classici di heroica, ma anche per tante, tantissime novità.
Continuate a seguirmi per saperne di più...

#streghe #culturapop #saggi #saggio #trematetremate #trematetrematelestreghesontornate @delos.digital #delosdigital #vitadastrega #bewitched @studio83_serviziletterari

Il 3 aprile di 20 anni fa usciva il rivoluzionario

Il 3 aprile di 20 anni fa usciva il rivoluzionario fumetto W.I.T.C.H., ideato da Elisabetta Gnone con @alessandro_barbucci e @barbara_canepa, che ho avuto il piacere e l'onore di intervistare per voi!
Link in bio 🌸

"Siamo donne, oltre le gambe c'è di più". Trent'

"Siamo donne, oltre le gambe c'è di più".
Trent'anni fa, Jo Squillo e Sabrina Salerno cantavano sul palco di Sanremo, anticipando la Terza Ondata Femminista.

Siamo nel 1991: i moti della Seconda Ondata, quella degli anni '60 e '70, sono andati scontrandosi con il conservatorismo degli anni '80. Le donne sono entrate in massa nel mondo del lavoro, ma i ruoli di genere rimangono rigidamente divisi: "C'è chi insegue la carriera, poi a casa è cameriera", canta Sabrina.
Oltreoceano ci sono le riot grrrl con il loro Girl Power, nato proprio nello stesso anno, che si materializza in seguito - nella sua accezione più pop - con le Spice Girls: "Il Girl Power è come il femminismo, ma non devi per forza bruciare il tuo reggiseno".

Ecco, quindi, che il duo Squillo-Salerno anticipa clamorosamente uno dei punti più caldi del Femminismo di Terza Ondata: puoi essere femminista anche indossando reggiseni imbottiti, tacchi alti e gonne cortissime. Come Sabrina, puoi urlare "oltre le gambe c'è di più" mentre ti levi la giacca mostrando cosce e seno, e devi comunque essere rispettata.
Era una provocazione, un gioco di contraddizioni apparenti che aderiva perfettamente al clima sociale che avrebbe dato vita alla nuova era del femminismo occidentale.

***

Jo e Sabrina non furono prese sul serio: le due artiste, considerate niente più che delle ragazzine scalmanate, furono relegate in fondo alla scaletta del Festival di quell'anno, costrette ad esibirsi a notte fonda (registrando comunque ascolti stellari), e oggi non godono certo di una considerazione maggiore.
Al Festival di quest'anno, per il trentennale di "Siamo donne", abbiamo assistito a un tristissimo siparietto con Amadeus e Fiorello armati di parrucche, mentre Jo e Sabrina sono state lasciate (ingiustamente) a casa.
Per fortuna, a chiamarle ci ha pensato @netflixit, che ha pubblicato un video promozionale che alterna spezzoni da un nuovo videoclip di "Siamo donne", girato da Jo e Sabrina, a scene dalla serie Sky Rojo. 🌸

@jo_squillo @sabrinasalernofficial #siamodonne #josquillo #sabrinasalerno #netflixitalia #skyrojonetflix #sanremo #sanremo1991 #sanremo91

𝐋𝐚 𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚𝐯𝐞𝐫𝐚 𝐝

𝐋𝐚 𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚𝐯𝐞𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐒𝐭𝐫𝐞𝐠𝐡𝐞 sta arrivando...
Ad aprile e a maggio su heroica.it.

𝐋𝐚 𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚𝐯𝐞𝐫𝐚 𝐝

𝐋𝐚 𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚𝐯𝐞𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐒𝐭𝐫𝐞𝐠𝐡𝐞 sta arrivando...
Ad aprile e a maggio su heroica.it.

Stasera su Canale 5 c'è "Titanic" (1997), da poco

Stasera su Canale 5 c'è "Titanic" (1997), da poco sbarcato su Disney+: quale occasione migliore per spiegarvi perché Rose è... una principessa Disney? 👸🏼
Illustrazione di @ubodan. 🚢
Link in bio!

#titanic #canale5 #titaniccanale5 #staseraintv #rosetitanic #rosedawson #rosedewittbukater #principessadisney #principessedisney #disney #disneyplusstar #disneyplusitalia #mediaset @disneyplusit @mediasetplay

Ieri sera, al Festival di Sanremo, Achille Lauro h

Ieri sera, al Festival di Sanremo, Achille Lauro ha indossato una parrucca con una treccia rossa.
Il riferimento è chiaro: parliamo di quella che viene considerata la più grande cantante della musica italiana, Mina.

Nel 1978, Mina sparisce dalle scene: da allora, comunica solo attraverso le copertine dei suoi dischi, su cui la sua immagine compare ogni volta rielaborata, decomposta, dissacrata. Ha cominciato nel 1979 con l'album "Attila", sulla cui copertina appare come un manichino privo di identità, come a voler sfigurare l'immagine che il pubblico aveva di lei, come a dire "da oggi in poi decido io".

Nei decenni successivi, Mina giocherà con la sua immagine spezzando ogni limite, compresi quelli che tradizionalmente definiscono e contrappongono i generi sessuali. La cantante apparirà prima con una barba leonardesca sulla copertina di "Salomè" (1981), poi il suo volto comparirà sul corpo di un uomo palestrato in "Rane supreme" (1987), forse una critica all'ideale iper-machista degli anni '80, decennio in cui si è diffuso il culto della palestra e del corpo scolpito. In questa copertina, come in molte altre, appare la treccia che Achille Lauro ha riproposto ieri sera sul palco dell'Ariston, accompagnata da un trucco che ricorda la Mina degli anni '70.
Se si considera il percorso artistico di Lauro a favore della fluidità sessuale, nonché la sua battaglia contro la mascolinità tossica, la citazione a Mina appare decisamente centrata.

@mina_mazzini_official @minamazzinifanclub @achilleidol @sanremorai #mina #minamazzini #sanremo #festivaldisanremo #festivalsanremo #festivalsanremo2021 #sanremo2021

"Lizzie McGuire" ha debuttato su Disney Channel es

"Lizzie McGuire" ha debuttato su Disney Channel esattamente 20 anni fa, il 12 gennaio 2001, nel pieno della Terza Ondata Femminista.

Uno dei temi principali della Third Wave è la valorizzazione di quelle apparenti "contraddizioni" che in realtà sono semplicemente sfaccettature del carattere, delle passioni e delle attitudini di ogni ragazza e di ogni donna.
Come Lizzie, puoi essere attenta alla moda e andare dietro al belloccio di turno, ma essere comunque intelligente, talentuosa, determinata: una cosa non esclude l'altra, al di là di ogni stereotipo.

E così, proprio nel 2001, Nike lancia una campagna che gioca sull'apparente dissonanza fra le attitudini e i comportamenti stereotipicamente considerati femminili e quelli stereotipicamente considerati maschili, con claim come "Mi metto lo smalto alle unghie. Gioco a football", mentre Reebok presenta una campagna in cui Venus Williams appare con un abito rosa da principessa e le scarpe da ginnastica, a dimostrare che una donna può essere entrambe le cose.

Non è un caso, quindi, che anche "Lizzie McGuire" tratti questo tema nell'episodio 2x32: protagonista della scena in questione è la coach Kelly, la professoressa di Educazione Fisica di Lizzie. L'insegnante è una donna forte e robusta, che a un primo sguardo può incarnare tratti stereotipicamente legati alla mascolinità, ma che non si lascia definire da quello che la società associa al suo aspetto.

"Per alcuni, essere forti è una cosa da maschi, ma è solo perché hanno poco cervello. Solo perché ti piace giocare a football, non significa che tu non possa fare cose più femminili. Io sollevo i pesi, ma mi piace anche ballare lo swing con il signor Lang. E mi cucio gli abiti da sola, dato che non ne trovo adatti alle mie braccia".
"Questo è figo, allora lei fa entrambe le cose?", chiede Lizzie.
"Sì, e puoi farlo anche tu, McGuire".

"Non accetterò di essere giudicata da te o dalla

"Non accetterò di essere giudicata da te o dalla società. Indosserò qualunque cosa io voglia e succhierò chiunque io voglia, fino a che sarò in grado di respirare e di inginocchiarmi".

Questa citazione di Samantha Jones dall'episodio 5x04 di "Sex And The City" (1998-2004) sembra distante anni luce dalle frasi motivazionali che siamo abituati a leggere, ma è esattamente una di quelle. La sua è una dichiarazione di libertà, un invito a non giudicare gli altri per come scelgono di vivere la loro vita. Quando, nell'episodio 3x10, Carrie chiede a Samantha "Non vuoi giudicarmi neanche un po'?", quest'ultima risponde "Non è nel mio stile". Qualche stagione più tardi, sarà la stessa Carrie a giudicarla, dando vita alla citazione motivazionale di oggi, in quello che sembra essere un triste rimando alla situazione vissuta dalle due attrici sul set.

E quindi arriviamo ai giorni nostri, all'annuncio del revival di "Sex And The City", che non vedrà la partecipazione di Kim Catrall nel ruolo di Samantha.
L'idea di un revival può essere gradevole nell'ottica di poter vedere a che punto della loro vita si trovano le amiche che abbiamo tanto amato, ma perde di senso nel momento in cui realizziamo che, ovunque si trovino, sarebbero tutte e quattro insieme, anche a distanza.

È davvero concepibile un "Sex And The City" in tre?
Carrie, Samantha, Miranda, Charlotte: ognuna di loro è fondamentale, in quanto rappresenta un diverso punto di vista sul sesso, sull'amore e sulla vita. In mancanza di una di loro, questo nuovo capitolo non può certo chiamarsi "Sex And The City", da qui il ragionevole cambio di titolo in "And Just Like That...".

Per il resto non vogliamo dare giudizi affrettati, ma quel che è certo è che Samantha ci mancherà. Tanto.

In "Principesse del loro tempo: 1937-1959" faccio

In "Principesse del loro tempo: 1937-1959" faccio anche riferimento all'hairstyle, citando alcune celebrità dell'epoca. ✨
Biancaneve riprende la capigliatura da "star" come Vivien Leigh e Claudette Colbert, mentre Cenerentola si ispira a Rita Hayworth e Judy Garland e Aurora pesca da Brigitte Bardot e Jeanne Crain.
Leggi l'articolo completo con tutti i possibili riferimenti (e nuove foto per Aurora), link in bio! 🌸

Negli anni '80, le donne cominciano a farsi strada

Negli anni '80, le donne cominciano a farsi strada ai piani alti delle più grandi aziende americane indossando completi rosa per rivendicare la loro femminilità in un ambiente fino a quel momento dominato dagli uomini.

Mattel recepisce il messaggio e, nel 1985, lancia sul mercato la Day-to-Night Barbie, una donna in carriera che veste in “total pink”. 💅🏻

Vestirsi di rosa diventa un gesto rivoluzionario quando a farlo sono donne che affermano la loro femminilità rifiutando la concezione patriarcale del termine.
Ne parlo in "Legally Blonde, la rivincita del rosa", link in bio! 💄
#legallyblonde #larivincitadellebionde #rosa #thinkpink #totalpink #ellewoods

Quest'anno, su heroica.it, si incontreranno Sacro

Quest'anno, su heroica.it, si incontreranno Sacro e Profano.
Continuate a seguirmi! 🌸 @cicciolina_official

Ogni principessa Disney è strettamente legata all

Ogni principessa Disney è strettamente legata all'epoca in cui è uscito il proprio film: se Biancaneve persevera come le donne della Grande Depressione, Cenerentola si tuffa nel sogno americano del Dopoguerra e Aurora scopre di far parte di un nuovo segmento demografico, quello dei teenager del Boom Economico.
Nella mia nuova analisi, ricolloco le tre principesse classiche rispettivamente nel 1937, 1950 e 1959, con riferimenti al contesto storico, alla moda e alla società del loro tempo.
Leggi tutto su heroica.it, link in bio! 👑✨

In queste festività, @rai1official non trasmetter

In queste festività, @rai1official non trasmetterà nessun classico Disney: dopo aver annunciato quattro titoli (fra cui "Biancaneve" e "Cenerentola"), già pochi rispetto agli standard abituali, ha fatto retromarcia, sostituendoli in parte con i loro remake in live action.

heroica, al contrario, ci tiene alla tradizione che lega l'animazione Disney al Natale, e non ha alcuna intenzione di cambiare il proprio palinsesto: a dicembre vi aspetta un articolo sulle tre principesse classiche, le stesse che Rai1 aveva trasmesso in prima serata il 25-26-27 dicembre di due anni fa, con ottimi indici d'ascolto.

Ieri abbiamo festeggiato i 70 anni dall'arrivo di

Ieri abbiamo festeggiato i 70 anni dall'arrivo di "Cenerentola" in Italia!
Oggi vi riporto una citazione direttamente da Walt Disney, che può mettere a tacere chiunque accusi Cenerentola di essere "passiva".

Sappiamo che l'intento di Cenerentola, in realtà, non era quello di trovare un principe, ma le parole di Walt evidenziano la sua intraprendenza, che le ha permesso di prendere in mano la sua vita anche solo per una notte, andando incontro al suo destino.
Inoltre, il fatto di recarsi al ballo di nascosto dalla Matrigna e di farlo da sola, senza nessun accompagnatore, è un gesto ribelle, coraggioso e rivoluzionario per una ragazza del 1950.
Basti pensare che per molti, ancora oggi, è un tabù il fatto che le donne escano di casa da sole in situazioni come quella di Cenerentola, che esce di sera tardi per recarsi a una festa.

Di questo, e di tanto altro, ne parlo ne "Il riscatto di Cenerentola", la mia analisi su heroica.it: link in bio! 🌸

Oggi sono esattamente 30 anni dall'uscita del clas

Oggi sono esattamente 30 anni dall'uscita del classico Disney "La Sirenetta" in Italia: per festeggiare, voglio condividere con voi una riflessione.

C'è un aspetto fondamentale che non viene mai preso in considerazione da chi accusa Ariel di "rinunciare alla sua voce per un uomo", ma neanche da chi la difende citando il suo interesse pregresso per il regno degli umani e la sua età.

Questo aspetto ingiustamente sottovalutato è il fatto che la rinuncia di Ariel non venga mai connotata positivamente.
Così come le parole di Ursula, secondo cui gli uomini si innamorano di "colei che sa tacer", si rivelano fallaci: senza la propria voce, Ariel non riesce a conquistare Eric.
Il principe, infatti, non è rimasto colpito dal suo aspetto fisico (che è riuscito a scorgere solo di sfuggita), ma dalla sua voce, che fin dall'inizio del film ci viene presentata come la sua dote più grande, che diventa una metafora della sua individualità.
Senza voce, Ariel è dolce e carina, ma è una delle tante; con la sua voce, Ariel è "the one".
Non a caso, il momento in cui la protagonista ritrova la sua voce coincide con il climax del film: è qui che Eric si rende conto che Ariel è la ragazza di cui si è innamorato, anche se - come dice Ursula - "ormai è troppo tardi".

La storia, in barba a chi sostiene il contrario, dimostra come annullare sé stessi per amore sia sbagliato e controproducente: certo, Ariel cambia il suo corpo per vivere con Eric - che pur scopre e accetta le sue origini - ma quello è solo il suo aspetto estetico, mentre la voce della protagonista incarna la sua interiorità più profonda, la sua essenza. È di questa che Eric è innamorato.

In un mondo in cui, come sostiene Ursula, le donne vengono valutate solo in base al proprio aspetto esteriore, "La Sirenetta" punta l'attenzione sull'importanza di quella "voce" femminile che la società tende a reprimere, quell'individualità che le donne sono spinte a mettere da parte per trovare un uomo e che, invece, è proprio ciò che le rende speciali, anche agli occhi di quest'ultimo.

Quindi questa è la storia di una ragazza che rinuncia alla sua "voce" per amore, ma che può raggiungere il suo lieto fine solo dopo averla ritrovata.

La principessa Jasmine mi ha insegnato l’importa

La principessa Jasmine mi ha insegnato l’importanza di far sentire la mia voce, di alzarmi in piedi per difendere me stesso e gli altri. Cosa vi hanno insegnato le principesse Disney? #girlpower

Ripercorriamo la complessa storia del colore rosa,

Ripercorriamo la complessa storia del colore rosa, discutiamo delle sue connotazioni di genere e distruggiamo gli stereotipi legati all’iperfemminilità attraverso l’analisi de “La rivincita delle bionde” (2001). 💅🏻 🎀
Il mio nuovo articolo vi aspetta su heroica.it, link in bio 🌸 #legallyblonde #larivincitadelrosa

Con il suo ombelico, Raffaella Carrà lancia una p

Con il suo ombelico, Raffaella Carrà lancia una piccola rivoluzione sulla televisione italiana.
Oggi sono passati esattamente cinquant'anni da quel giorno, era il 10 ottobre 1970.
Leggi tutta la storia su heroica.it, link in bio! #LiberazioneSessualePop

Prossimamente su heroica... 💅🏻 #LaRivincitaD

Prossimamente su heroica... 💅🏻 #LaRivincitaDelRosa

Nata dalle strisce di Quino fra gli anni '60 e '70

Nata dalle strisce di Quino fra gli anni '60 e '70, Mafalda si fa portavoce delle contestazioni sociali della sua epoca, ma la sua rivoluzione più grande è quella di essere una bambina.

In contrasto con l'educazione tradizionalmente riservata alle bambine, che le vorrebbe mansuete e remissive, Mafalda non ha paura di dire la sua, di fare polemica, di alzare la voce.
E lo fa parlando di politica e di attualità, argomenti che per lungo tempo sono stati interdetti alle donne, figuriamoci a bambine e ragazze.
Eppure nel suo mondo, che è anche il nostro, Mafalda è l'unica a sapere di cosa sta parlando, a mostrare un po' di buon senso, a dire le cose come stanno. Lo fa con sarcasmo, acume e brutale onestà, facendo vergognare gli adulti.

L'apparente contrasto fra l'aspetto di Mafalda e quello che dice lancia un chiaro messaggio: mai sottovalutare le bambine.

In celebrazione del personaggio, che ha compiuto 56 anni due giorni fa, e del suo autore, che ci ha lasciato ieri, vi invito a leggere (o a rileggere) questo capolavoro del fumetto, un manifesto del Girl Power ante-litteram.

Nel settembre di quasi 25 anni fa andavo in prima

Nel settembre di quasi 25 anni fa andavo in prima elementare con questo astuccio e, per quanto lo amassi profondamente, un po' mi vergognavo perché mi era stato insegnato che il rosa era un colore "da femmine".

Il mio prossimo articolo "La rivincita del rosa" è un manifesto di tutto ciò che questo colore ha significato e significa nella società, e di quanto sia importante riappropriarsene per dargli la connotazione che più preferiamo, o semplicemente per amarlo senza vergogna.

L'astuccio lo trovate alla mostra di cui sono co-curatore al @mufant, che ha inaugurato ieri!

Grazie a @paoladelriocollezioni che l'ha prestato al Museo (il mio purtroppo, non lo trovo più).
Visitate il suo canale YouTube: paoladcollezioni!

"A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar" compie

"A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar" compie 25 anni!
In questa scena, le tre protagoniste omaggiano Flora, Fauna e Serenella: su un balcone, vestite di rosa, verde e azzurro, osservano a distanza i risultati della loro "missione", volta ad aiutare il prossimo.
Vi consiglio di vedere il film (davvero magico!) e magari rileggere il mio articolo sulle tre Fate, link in bio!

Cos'è heroica e perché si chiama così? Leggi il

Cos'è heroica e perché si chiama così?
Leggi il Manifesto su heroica.it, link in bio!

«Non sono cattiva, è che mi disegnano così». N

«Non sono cattiva, è che mi disegnano così».
Negli artwork di @marco_pintus_82, Jessica Rabbit di "Chi ha incastrato Roger Rabbit" (1988) veste i panni di Biancaneve, Cenerentola e Aurora.

#principessedisney #disneyprincess #biancaneve #aurora #labelladdormentatanelbosco #labellaaddormentata #cenerentola #classicidisney #jessicarabbit #chihaincastratorogerrabbit #nonsonocattivaèchemidisegnanocosì #disneyitalianfan #disneyitalianfans #disneyfanitaly #imperodisney #regnodisney

Sono cresciuto con un'eroina che frignava ad ogni

Sono cresciuto con un'eroina che frignava ad ogni puntata, ma poi era capace di compiere atti di grande coraggio e maturità.

E che dire delle sue amiche?
Una voleva diventare un medico, ma si chiedeva se questo fosse tutto ciò che la vita avesse in serbo per lei.
Un'altra aveva un carattere straordinariamente forte e vulnerabile allo stesso tempo.
La terza, apparentemente una "teppista", era intimamente legata al suo lato femminile.
E l'ultima? Sembrava superficiale e civettuola, ma aveva dovuto imparare ancor prima delle altre a prendersi le sue responsabilità, tutta da sola.
È stato anche grazie a loro che ho capito che non esiste un modo "giusto" e uno "sbagliato" di essere donna: le donne possono essere qualunque cosa vogliano, anche mille cose diverse allo stesso tempo.

La mostra su Sailor Moon di cui sono co-curatore vi aspetta al @mufant di Torino dal 19 settembre al 10 gennaio. 🌙

Ecco l'immagine promozionale della mostra dedicata

Ecco l'immagine promozionale della mostra dedicata a #sailormoon a cui sto lavorando in collaborazione con il museo @mufant di Torino e con @nino_giordano 🌙
L'illustrazione è di @yasimuf.

La rappresentazione dell'amicizia femminile nei me

La rappresentazione dell'amicizia femminile nei media è molto importante perché sfata lo stereotipo che vede le donne poco solidali fra loro e in continua competizione. #GiornataMondialeDellAmicizia

Le guerriere sailor basano la loro amicizia sull'accettazione delle reciproche differenze, che costituiscono un valore aggiunto per il gruppo.
Quali sono i vostri gruppi di amiche preferiti nei film, nelle serie tv, nell'animazione?

#sailormoon #guerrieresailor #sailormoonitalia #sailormoonitaly #sailormoonitalianfan

Simonetta Vespucci, nobildonna genovese ritratta d

Simonetta Vespucci, nobildonna genovese ritratta da Sandro Botticelli in numerose opere, fra cui la celeberrima "Nascita di Venere" (1483-85), era stata definita "La Sans Par", ovvero "La senza pari".
Ironicamente, l'arte di Botticelli renderà la sua immagine talmente iconica che, nei secoli successivi, non potrà esimersi dall'essere esposta a infiniti paragoni con nuovi modelli femminili di bellezza.

A noi piacciono i paragoni, soprattutto quelli arditi, che uniscono fra loro mondi lontani mescolando "sacro" e "profano", alto e basso, arte e pop.
Niente è davvero "intoccabile", ma ammettiamolo: esistono personaggi più direttamente paragonabili alla "Venere" di Botticelli rispetto a Chiara Ferragni.

Il paragone più azzeccato è probabilmente quello con Marilyn Monroe, messo in luce dalle opere dell'artista piemontese Omar Ronda.

Simonetta era considerata la donna più bella di Firenze, e quindi del Rinascimento italiano, allo stesso modo in cui Marilyn era considerata l'icona suprema della bellezza e della sensualità hollywoodiana nel XX secolo.
Entrambe erano amate dagli uomini più potenti della loro epoca: i fratelli De Medici per la prima, i Kennedy per la seconda. Entrambe moriranno prematuramente, ma la loro immagine rimarrà scolpita per sempre nell'immaginario collettivo e nell'arte, quella rinascimentale e quella "pop", grazie a Sandro Botticelli e a Andy Warhol.

Anticonformista, folle, coraggiosa e terribilmente

Anticonformista, folle, coraggiosa e terribilmente umana.
Sana è una ragazzina che parla a voce alta e non le manda a dire, neanche agli adulti.
Con la sua energia, irruenza, determinazione e positività, è stata un modello per le bambine e i bambini che, esattamente 20 anni fa, hanno cominciato a seguire le sue disavventure su Italia 1.

Raffaella Carrà, nei panni di una Britney Spears

Raffaella Carrà, nei panni di una Britney Spears ante-litteram, porta la rivoluzione sessuale dei movimenti del '68 nella televisione italiana.
Ecco la sua Liberazione Sessuale Pop in cinque punti. 🌸 ➡️
Leggi l'analisi completa su heroica.it, link in bio!

Celebriamo l'anniversario di due addii molto "pop"

Celebriamo l'anniversario di due addii molto "pop" che - coincidenza! - ricorrono a distanza di un giorno l'uno dall'altro.
Ieri erano 36 anni dall'addio di Creamy de "L'incantevole Creamy", oggi sono 25 anni dall'addio di Ambra Angiolini a "Non è la Rai".

Le due "teen idol" si esibiscono per l'ultima volta, in lacrime, nei loro cavalli di battaglia ("Dimmi che mi ami teneramente" e "T'Appartengo"), facendo piangere frotte di fan rispettivamente nel 1984 e nel 1995.

Da dove nasce l'estetica dei manga per ragazze, da

Da dove nasce l'estetica dei manga per ragazze, dagli occhi grandi e luminosi agli sfondi floreali? Ne parlo su heroica.it, link in bio 🌸 @jun_nak_official @runenaito_official @runenaito

O la si ama o la si odia: a lei in ogni caso non i

O la si ama o la si odia: a lei in ogni caso non importa, continuerà a fare quello che vuole, qualunque cosa pur di raggiungere il suo obiettivo.
Egocentrica, avida e manipolatrice, Scarlett O'Hara di "Via col Vento" spezza tutte le regole, anche quelle che definiscono un'eroina. Ne parlo su heroica.it, link in bio 👉 @heroica.it

@massy_coleman_talbot raffigura i personaggi femmi

@massy_coleman_talbot raffigura i personaggi femminili Disney ispirandosi a celebri opere d'arte: per Jasmine si è ispirato a "Salomé" di Alphonse Mucha. 🌸

Per la Festa della Mamma, vi consiglio "Brisby e i

Per la Festa della Mamma, vi consiglio "Brisby e il segreto di NIMH" (1982) di Don Bluth, la storia di una madre coraggiosa che si avventura in un mondo più "grande" di lei per salvare i suoi figli e la sua casa. Uno dei rarissimi casi in cui, ad essere protagonista di un film d'animazione, è una figura femminile matura, una madre e una vedova.
Mrs. Brisby è decisamente eroica.

#brisbyeilsegretodinimh #thesecretofnimh #mrsbrisby #festadellamamma #festadellamamma2020 #animazioneamericana #donbluth #eroinafemminile #femminismo #maternità

Perché abbiamo scelto una foto di Mina nel ruolo

Perché abbiamo scelto una foto di Mina nel ruolo della magica Aichesiade in “Per amore… Per magia” (1967)?
Perché nel prossimo articolo parleremo di donne con poteri magici e Mina ricalca queste figure nel suo continuo sfuggire alla norma, a partire dalla statura fisica e dai tratti fisionomici, che la rendono una presenza atipica nella televisione degli anni ’60. Contravverrà alla norma quando, nel 1963, rimarrà incinta di un uomo senza essere sposata, e sarà ripudiata e bandita dalla Rai come la più temibile delle streghe.
Negli anni ’70 canterà il desiderio sessuale femminile con “L’importante è finire” e “Ancora ancora ancora”, rischiando di finire al rogo.

E poi sparirà, magicamente.
Da allora riappare con regolarità in forme diverse, sfidando più che mai ogni tipo di norma con le copertine dei suoi dischi e con la sua stessa assenza-presenza. Come ogni strega, non si muove mai dal suo covo. Osserva tutto, anche se noi non possiamo vederla.
In testa però abbiamo ancora la voce ammaliante, lo sguardo incantatore e la frenetica gestualità che preludevano ai più terribile dei sortilegi.
E infatti, a 62 anni dal suo debutto e a 42 dal suo ritiro, siamo ancora vittime del suo incantesimo.

Tanti auguri, Mina.

@mina_mazzini_official @therealbenedettamazzini @mauro.balletti #mina #minamazzini #minamazziniofficial #minamazzinidaily #minamazzinifans #minamazzini🔝 #augurimina #buoncompletannomina #mina80anni #compleannodimina @mina_mazzini_unofficial @minamazzinifanpage @minamazziniqueen @minamazzini @mina_mazzini_daily @mina_mazzini_collection @team_mina_mazzini_ #tigredicremona #minamazziniqueen #minamazzinicollection @mzzinia @minamazzini66 @minamazzini @minamazzinifan @minannamazzinifanpage @theminamazzini

A volte siamo prigionieri di situazioni da cui non

A volte siamo prigionieri di situazioni da cui non sembra esserci una via di uscita. L'importante è trovare il coraggio di cogliere l'occasione giusta per cambiare per sempre la nostra vita.
"Il Riscatto di Cenerentola" su heroica.it, link in bio.
#cenerentola #cenerentola70 #principessedisney

Anche Cenerentola è eroica. In occasione del sett

Anche Cenerentola è eroica. In occasione del settantesimo anniversario dell’omonimo classico Disney, ci schieriamo in difesa di un personaggio femminile troppo spesso ingiustamente criticato. Link in bio!

Nella mitologia greca, Andromeda, figlia di Cefeo

Nella mitologia greca, Andromeda, figlia di Cefeo e di Cassiopea, viene incatenata a uno scoglio per espiare alla superbia della madre, che aveva affermato di essere più bella delle Nereidi. Andromeda viene salvata dall'amore di Perseo, che la libera dalle sue catene e uccide il mostro marino di cui sarebbe altrimenti diventata preda.
Al contrario, nella storia raccontata da @elodie (testo di @mahmood) nel brano "Andromeda", in gara al Festival di Sanremo 2020, una relazione amorosa sbagliata rappresenta la prigionia da cui la protagonista sceglie di liberarsi da sola trovando la forza di spezzare le proprie catene, rappresentazione metaforica delle sue fragilità.

Il dipinto è "Andromeda incatenata" di Gustave Doré.

Caro Amadeus, in 70 edizioni sono solo 5 le donne

Caro Amadeus, in 70 edizioni sono solo 5 le donne che hanno presentato il Festival di Sanremo come conduttrici principali: Maria Giovanna Elmi, Loretta Goggi, Raffaella Carrà, Simona Ventura, Antonella Clerici.
Se proprio vuoi parlare di "omaggio alle donne", allora beh... forse sei tu che dovresti fare "un passo indietro".

Oggi non è solo l’Epifania, è anche il complea

Oggi non è solo l’Epifania, è anche il compleanno di #HotaruTomoe di #SailorMoon. Se ve la siete persa, recuperate la nostra intervista con @iamalabaster che ci parla di come #SailorSaturn ha ispirato il video del suo primo singolo, link in bio. 💀 Art by @the__kimstar 💜

“Via col vento” compie 80 anni! Omaggiamo l’

“Via col vento” compie 80 anni! Omaggiamo l’eroica Scarlett O’Hara con un artwork di @alejandromogolloart #viacolvento #gonewiththewind #gonewiththewind80thanniversary #gonewiththewindanniversary #scarlettohara #scarlettoharas #rossellaohara #icon #feministicon #iconafemminista #popicon #movieicon

Che sia... blu! È uscito il mio articolo su Flor

Che sia... blu! È uscito il mio articolo su Flora, Fauna e Serenella, lo trovate su heroica.it. Link in bio! #labellaaddormentatanelbosco #disney #disneyprincess #disneyfairies #florafaunaserenella #labellaaddormentata #feminist #femminismodisney #disneygram #disneynerd #disneyitalia #imperodisney #regnodisney #disneytribe #disneyfans #disneyfan #italianslovedisney #disneyitaliancomunity #florafaunamerryweather #sleepingbeautyfairies #sleepingbeauty60thanniversary #disneygram #icons #iconefemministe #iconafemminista #femminismo #femminista

Mentre scriviamo il nostro articolo, che uscirà s

Mentre scriviamo il nostro articolo, che uscirà sabato su heroica.it, il classico Disney “La Bella Addormentata” è stato inserito nel National Film Registry in quanto film “culturalmente, storicamente o esteticamente” significativo. Un grandissimo riconoscimento! #disney #disneyprincess #disneyfairies #florafaunaserenella #labellaaddormentata #feminist #femminismodisney #disneygram #disneynerd #disneyitalia #imperodisney #regnodisney #disneytribe #disneyfans #disneyfan #italianslovedisney #disneyitaliancomunity #florafaunamerryweather #sleepingbeautyfairies #sleepingbeauty60thanniversary #nationalfilmregistry #disneygram #feministicon #feministicons #icons #gayicon #gayicons #iconefemministe #iconafemminista #femminismo #femminista

Flora, Fauna e Serenella sono EROICHE. Presto su h

Flora, Fauna e Serenella sono EROICHE. Presto su heroica.it, link in bio. 🌸 #disney #labellaaddormentata #labellaaddormentatanelbosco #classicidisney #principessedisney #disneyprincess #disneygeek #disneynerd

heroica.it raccoglie articoli incentrati sulle don

heroica.it raccoglie articoli incentrati sulle donne che popolano l’immaginario collettivo attraverso il fumetto, il cinema, la televisione, la musica, i videogiochi e qualunque altro tipo di medium.

L’obiettivo è quello di restituire dignità e merito alle figure femminili, riconoscerne l’impatto sulla società e promuoverle come icone universali, eroine di tutti.

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