Stai leggendo

Bozza automatica

Vai al contenuto
  • Articoli
    • Animazione
    • Cinema e tv
    • Fumetto
    • Giocattoli
    • Musica
  • Saggi
    • Vita da Strega
    • Dee, Fate, Streghe
    • Raffaella Carrà
  • Manifesto
  • Chi sono
  • Altre pubblicazioni
  • Contatti
  • Articoli
    • Animazione
    • Cinema e tv
    • Fumetto
    • Giocattoli
    • Musica
  • Saggi
    • Vita da Strega
    • Dee, Fate, Streghe
    • Raffaella Carrà
  • Manifesto
  • Chi sono
  • Altre pubblicazioni
  • Contatti
Home page Senza categoria Bozza automatica

Bozza automatica

di Leone Locatelli21 Agosto 202518 Settembre 2025Lascia un commento su Bozza automatica

Navigazione articoli

Articolo precedenteIce Princess, generazioni a confronto
Articolo successivoClueless: ragazze alla ribalta negli anni ’90

Instagram

heroica.it

Scrivo di figure femminili nella cultura pop.

Nel 1995, “Clueless” accende la miccia che por Nel 1995, “Clueless” accende la miccia che porterà all’esplosione del girl power nella cultura pop 💣

30 anni di “Ragazze a Beverly Hills”: moda, femminismo e femminilità negli anni ‘90. 🎀
Analisi completa: link in bio (e nelle storie) 💅🏻
In “Picnic ad Hanging Rock” (1967), le ragazze In “Picnic ad Hanging Rock” (1967), le ragazze di un istituto femminile si liberano dei loro corsetti, simbolo di oppressione nella società vittoriana. Meno di un anno dopo l’uscita del romanzo, le femministe si liberano dei loro reggiseni, simbolo di oppressione nella società patriarcale. 

Il periodo compreso fra il 1967 (anno di uscita del romanzo) e il 1975 (anno d’uscita del suo adattamento cinematografico) coincide con uno dei momenti più intensi del movimento femminista. Nel tracciare un parallelismo fra la storia raccontata in “Picnic ad Hanging Rock” e l’ascesa della Seconda Ondata femminista, partiamo dalla moda (il revival vittoriano-edoardiano) per arrivare al divino femminile che affiora nel legame tra queste donne e la potente natura australiana, capace di resistere alla colonizzazione anglosassone.

Scorri le immagini per leggere l’analisi ➝
Il teen movie 𝐼𝑐𝑒 𝑃𝑟𝑖𝑛𝑐𝑒𝑠𝑠 (2005) cela una metafora più profonda di quello che ti aspetteresti.
In superficie, è la storia di una ragazza che si scontra con la madre per perseguire il sogno di diventare una campionessa di pattinaggio sul ghiaccio. Sottotraccia, racconta di una frattura generazionale: da un lato le femministe degli anni '70 e dall'altro le loro figlie, le ragazze del Nuovo Millennio, che rivendicano la propria identità post-femminista. Come Casey, che riesce a conciliare studio e pattinaggio, le ragazze degli anni '00 cercano di coniugare il femminismo con quella femminilità tradizionale che le femministe di Seconda Ondata associano al pre-femminismo, se non addirittura all'anti-femminismo. Casey, in qualità di perfetta rappresentante del post-femminismo, prende da ciascun lato tutto ciò che di buono ha da offrire, per poi tracciare autonomamente il proprio percorso.

Leggi l'analisi completa sul mio sito. 
Link in bio e nelle storie! ⛸️❄️
“Nel nome della Luna. Origini, rivoluzioni ed er “Nel nome della Luna. Origini, rivoluzioni ed eredità di Sailor Moon” è la prima analisi interdisciplinare su Sailor Moon in Italia. 🌙 

Il volume, curato da @anna.specchio85 per @societaeditricelatorre, include 12 saggi di studiose/i che analizzano Sailor Moon sotto vari aspetti, con diversi approcci e punti di vista. ✨

Io ho scritto di Sailor Moon in relazione al girl power anni Novanta, concentrandomi sulla relazione fra iper-femminilità e potere, con riferimenti alla Terza Ondata femminista e al post-femminismo. 🎀
Ho voluto inquadrare il fenomeno “Sailor Moon” nel contesto statunitense perché è negli USA che il concetto di girl power si è sviluppato, nel corso degli anni Novanta, attraverso ragazze combattenti successive, come Buffy e le Superchicche. Non manca, però, uno sguardo anche sull’Italia…

Per saperne di più sul mio contributo e sugli altri saggi inclusi nel volume, scorri le immagini →
Il libro è già in vendita su Amazon: link nelle storie!
✧ Sʜᴇ-ʀᴀ ᴇ ɪʟ ɢɪʀʟ ᴘᴏᴡᴇʀ ✧ Sʜᴇ-ʀᴀ ᴇ ɪʟ ɢɪʀʟ ᴘᴏᴡᴇʀ (ᴀɴᴛᴇ ʟɪᴛᴛᴇʀᴀᴍ) ✧

Conciliando i tratti della principessa con quelli della guerriera, e combattendo al fianco di altre eroine altrettanto caratterizzate, She-Ra ha anticipato il girl power, ma è arrivata forse un po’ troppo presto...

Scorri le immagini per leggere l’analisi →
La popstar Sabrina Carpenter ha riportato in auge La popstar Sabrina Carpenter ha riportato in auge il baby-doll, un capo che dagli anni ‘50 ad oggi ha assunto diverse connotazioni, anche in contrasto fra loro. Nella storia della moda, il baby-doll non è una semplice camicia da notte, ma un eterno simbolo di innocenza e sensualità che veicola messaggi complessi in relazione alla figura femminile.

L’approccio con cui Sabrina indossa il baby-doll ingloba tutte le diverse concezioni che hanno accompagnato quest’abito nel corso della storia: il glamour, ma anche la (relativa) comodità e libertà nei movimenti; il lato sensuale e quello più dolce, infantile e giocoso; la volontà di abbracciare un certo tipo di femminilità per il proprio piacere, condividendolo con altre ragazze, ma anche il pericolo dell’oggettificazione.
I lati problematici che questo capo si porta dietro da sempre riemergono nelle critiche che Sabrina ha ricevuto per i costumi e le esibizioni del suo Short n’ Sweet Tour, che sfociano in diatribe sulla sessualizzazione e l’infantilizzazione delle donne.

Tuttavia, queste polemiche non prendono in considerazione l’approccio ironico e consapevole della popstar, che rende evidente come si tratti solo di un gioco: il baby-doll non è altro che un costume grazioso da indossare per la gioia del pubblico (prevalentemente femminile) che la segue, fra cui molte ragazze che si presentano ai concerti vestite come lei. Lo Short n’ Sweet Tour è un safe space, un luogo in cui poter abbracciare la propria femminilità tutte insieme, come se fosse un rito collettivo. Sabrina canta di sesso mettendo al centro del discorso il proprio desiderio e il proprio punto di vista femminile. È onesta, ma non si prende mai troppo sul serio: ridendo e scherzando, sfida lo stigma sociale che opprime le donne che si esprimono liberamente in relazione alla sfera sessuale. Scorri le immagini per leggere il resto ➔
Il legame fra Elphaba e Glinda in #Wicked mette in Il legame fra Elphaba e Glinda in #Wicked mette in luce la forza e la complessità dell’amicizia fra donne, pescando dalle convenzioni dei teen movie e ispirando a sua volta la rappresentazione di Tiana e Charlotte (“La principessa e il ranocchio”), Elsa e Anna (“Frozen”), Mercoledì ed Enid (“Mercoledì”). 

Scorri le immagini per leggere l’analisi ➝
In occasione dell’uscita di “Wicked” nei cin In occasione dell’uscita di “Wicked” nei cinema italiani, parliamo di come la figura di Elphaba, nel musical originale, sia stata creata in risposta alla caratterizzazione della Malvagia Strega dell’Ovest ne “Il mago di Oz” (1939), che rimandava a una caricatura antisemita. 🧹 

Pur partendo da questa specificità, Elphaba è stata pensata per essere un’icona per tutte le persone che si sentono discriminate. Il fatto che nel film sia interpretata dall’attrice e cantante Cynthia Erivo, afrodiscendente, mette in luce una delle possibili interpretazioni di questa figura: in questo caso, il fatto che venga discriminata sulla base del colore della sua pelle risulta particolarmente significativo. 💚

Scorri le immagini per saperne di più ➝ 
Link nelle storie per l’articolo completo ✨

#Wicked è al cinema da domani, 21 novembre, per @universalpituresit 🎶
«Non immagina quanto sia difficile essere una don «Non immagina quanto sia difficile essere una donna con l'aspetto che ho». 💋

Il mio articolo sulle 'femmes fatales' animate è su Retromania! 🔥
Scorri le immagini per scoprire contenuti extra su Jessica Rabbit (e non solo) →
Per saperne di più, acquista la rivista: la trovi in edicola oppure online 👉 Link nelle storie
Toste, sensuali, argute. 🔥 Il mio articolo sull Toste, sensuali, argute. 🔥
Il mio articolo sulle 'femmes fatales' è su Retromania 2, ora in edicola!

Negli anni '90, il mondo dei cartoon si popola di figure femminili che coniugano la bontà e il romanticismo delle principesse classiche con il fascino letale delle "cattive", riconnotando in positivo la figura della femme fatale. Sono sarcastiche, argute, intraprendenti e determinate a non farsi sottomettere. 
Sulla scia di Jessica Rabbit ("Chi ha incastrato Roger Rabbit"), nascono Jasmine di "Aladdin", Esmeralda de "Il Gobbo di Notre-Dame" e Megara di "Hercules": sono sensuali, ma non sono cattive. Anche gli studi concorrenti producono le loro sexy eroine: Goldie Pheasant di "Eddy e la banda del sole luminoso", Holli Would di "Fuga dal mondo dei sogni", Lola Bunny di "Space Jam" e Zippora de "Il principe d'Egitto".

Il mio articolo va allo scoperta delle origini e dell'evoluzione della femme fatale animata, analizzando questi personaggi, il contesto sociale in cui sono stati concepiti e tutti i parallelismi che li legano fra loro, partendo dal cinema noir per arrivare al cinema d'animazione anni '90.

Trovate la mia analisi su Retromania 2!
La rivista è disponibile in edicola: se non c'è, la si può prenotare.
Oppure potete acquistarla direttamente online: link nelle storie 💋
«𝑃𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑣𝑜𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑒 𝑏𝑒𝑛𝑒 𝑖𝑛 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑠𝑎: 𝑖𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑝𝑖𝑒𝑔𝑜 𝑚𝑎𝑖 𝑛𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒!»

60 anni fa, “Mary Poppins” usciva nei cinema statunitensi. 
A questa magica governante basta un poco di zucchero per trasformare la realtà attorno a sé, facendosi metaforica portavoce dei grandi cambiamenti sociali degli anni ‘60. Al suo passaggio, la figura del patriarca viene messa in ridicolo, se non addirittura in discussione, per poi essere riportata al vertice solo dopo essere stata smussata, addolcita, svestita dei panni del “padre padrone”.

Ho analizzato Mary Poppins, insieme ad altre figure magiche femminili degli anni ‘60, in “Vita da strega. Da Bewitched alle maghette giapponesi” (Delos Digital, 2021).
Un capitolo del saggio è interamente dedicato all’analisi di questo film, con approfondimenti sulle connotazioni sociali della storia e sul ruolo metaforico della protagonista e degli altri personaggi principali: Jane, Michael, Bert, il signore e la signora Banks.
Scopri di più: link nelle storie! ✨

@delos.digital #marypoppins #vitadastrega #filmdisney #anniversariodisney #anniversaridisney #culturapop #femminismo #sociologia
Nel 1961, "Colazione da Tiffany" offre una rappres Nel 1961, "Colazione da Tiffany" offre una rappresentazione femminile dirompente: Holly Golightly ispira diverse figure chiave della nascente Seconda Ondata femminista, fra cui la giornalista Gloria Steinem.

Con due anni di anticipo rispetto alla teorizzazione di Betty Friedan, Holly ha individuato e sconfitto la "mistica della femminilità", lasciando il marito Doc. Come scrive Zachary Wunrow, Holly "ha la libertà di districarsi in una miriade di situazioni sociali ed è in grado di disabitare la sfera domestica a cui un tempo apparteneva. Non soffre più di quella che Friedan descrive come una 'strana agitazione, un senso di insoddisfazione, un desiderio' diffuso tra le donne sposate a metà del XX secolo".

Tuttavia, la situazione è sicuramente più complessa, come evidenzia Codie Thompson: "Holly possiede un senso di falsa libertà. È libera dal marito, quindi libera dall'essere moglie e avere responsabilità materne. È anche in grado di mantenersi finanziariamente senza marito e questo la rende indipendente... ma non proprio".
Da un lato, come suggerisce Livi Player, si può pensare che la mansione di Holly sia volta a "manipolare il patriarcato attorno a sé", dall'altro è lecito evidenziare che in fondo sono gli uomini con cui esce ad avere il controllo. Anche il lieto fine romantico non è stato particolarmente apprezzato dalla critica femminista, che l'ha tendenzialmente visto come un tentativo di riportare la storia di Holly su binari più tradizionali. In questo, "Colazione da Tiffany" introduce una questione spiccatamente post-femminista, quella che vede al centro la possibilità di coniugare la propria individualità con una storia d'amore. Susan Douglas scrive che il suo desiderio, da spettatrice, era che Holly riuscisse a conservare la propria identità e al contempo "tenersi [George] Peppard", ossia l'attore che interpreta Paul, evidenziando tuttavia come "quello che rendeva il personaggio significativo all'epoca non era il fatto che ottenesse Paul, ma il fatto che riuscisse a farla franca con ogni sorta di anticonformità senza mai pagarne il prezzo".

Nella mia analisi su #ColazioneDaTiffany ho parlato di questo e di molto altro. 
Link nelle storie! 💎
Copertina per heroica.it
14,018
heroica.it

heroica.it

heroica nasce per valorizzare le figure femminili nella cultura pop.

Nel 1995, "Clueless" accende la miccia che porterà all’esplosione del girl power nella cultura pop. 💣 ... Vedi altroVedi meno

Foto

Visualizza su Facebook
· Condividi

Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su LinkedIn Condividi via email

Moda, femminilità, girl power e femminismo 💅🏻Un'analisi sull'impatto di "Clueless" nella cultura pop ... Vedi altroVedi meno

Clueless: ragazze alla ribalta negli anni '90

heroica.it

L'impatto di "Clueless" e il girl power di Cher
Visualizza su Facebook
· Condividi

Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su LinkedIn Condividi via email

In “Picnic ad Hanging Rock” (1967), le ragazze di un istituto femminile si liberano dei loro corsetti, simbolo di oppressione nella società vittoriana. Meno di un anno dopo l’uscita del romanzo, le femministe si liberano dei loro reggiseni, simbolo di oppressione nella società patriarcale.Il periodo compreso fra il 1967 (anno di uscita del romanzo) e il 1975 (anno d’uscita del suo adattamento cinematografico) coincide con uno dei momenti più intensi del movimento femminista. Nel tracciare un parallelismo fra la storia raccontata in “Picnic ad Hanging Rock” e l’ascesa della Seconda Ondata femminista, partiamo dalla moda (il revival vittoriano-edoardiano) per arrivare al divino femminile che affiora nel legame tra queste donne e la potente natura australiana, capace di resistere alla colonizzazione anglosassone.Scorri le immagini per leggere l’analisi ➝ ... Vedi altroVedi meno

Foto

Visualizza su Facebook
· Condividi

Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su LinkedIn Condividi via email

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

heroica.it

Scrivo di figure femminili nella cultura pop.

Nel 1995, “Clueless” accende la miccia che por Nel 1995, “Clueless” accende la miccia che porterà all’esplosione del girl power nella cultura pop 💣

30 anni di “Ragazze a Beverly Hills”: moda, femminismo e femminilità negli anni ‘90. 🎀
Analisi completa: link in bio (e nelle storie) 💅🏻
In “Picnic ad Hanging Rock” (1967), le ragazze In “Picnic ad Hanging Rock” (1967), le ragazze di un istituto femminile si liberano dei loro corsetti, simbolo di oppressione nella società vittoriana. Meno di un anno dopo l’uscita del romanzo, le femministe si liberano dei loro reggiseni, simbolo di oppressione nella società patriarcale. 

Il periodo compreso fra il 1967 (anno di uscita del romanzo) e il 1975 (anno d’uscita del suo adattamento cinematografico) coincide con uno dei momenti più intensi del movimento femminista. Nel tracciare un parallelismo fra la storia raccontata in “Picnic ad Hanging Rock” e l’ascesa della Seconda Ondata femminista, partiamo dalla moda (il revival vittoriano-edoardiano) per arrivare al divino femminile che affiora nel legame tra queste donne e la potente natura australiana, capace di resistere alla colonizzazione anglosassone.

Scorri le immagini per leggere l’analisi ➝
Il teen movie 𝐼𝑐𝑒 𝑃𝑟𝑖𝑛𝑐𝑒𝑠𝑠 (2005) cela una metafora più profonda di quello che ti aspetteresti.
In superficie, è la storia di una ragazza che si scontra con la madre per perseguire il sogno di diventare una campionessa di pattinaggio sul ghiaccio. Sottotraccia, racconta di una frattura generazionale: da un lato le femministe degli anni '70 e dall'altro le loro figlie, le ragazze del Nuovo Millennio, che rivendicano la propria identità post-femminista. Come Casey, che riesce a conciliare studio e pattinaggio, le ragazze degli anni '00 cercano di coniugare il femminismo con quella femminilità tradizionale che le femministe di Seconda Ondata associano al pre-femminismo, se non addirittura all'anti-femminismo. Casey, in qualità di perfetta rappresentante del post-femminismo, prende da ciascun lato tutto ciò che di buono ha da offrire, per poi tracciare autonomamente il proprio percorso.

Leggi l'analisi completa sul mio sito. 
Link in bio e nelle storie! ⛸️❄️
“Nel nome della Luna. Origini, rivoluzioni ed er “Nel nome della Luna. Origini, rivoluzioni ed eredità di Sailor Moon” è la prima analisi interdisciplinare su Sailor Moon in Italia. 🌙 

Il volume, curato da @anna.specchio85 per @societaeditricelatorre, include 12 saggi di studiose/i che analizzano Sailor Moon sotto vari aspetti, con diversi approcci e punti di vista. ✨

Io ho scritto di Sailor Moon in relazione al girl power anni Novanta, concentrandomi sulla relazione fra iper-femminilità e potere, con riferimenti alla Terza Ondata femminista e al post-femminismo. 🎀
Ho voluto inquadrare il fenomeno “Sailor Moon” nel contesto statunitense perché è negli USA che il concetto di girl power si è sviluppato, nel corso degli anni Novanta, attraverso ragazze combattenti successive, come Buffy e le Superchicche. Non manca, però, uno sguardo anche sull’Italia…

Per saperne di più sul mio contributo e sugli altri saggi inclusi nel volume, scorri le immagini →
Il libro è già in vendita su Amazon: link nelle storie!
✧ Sʜᴇ-ʀᴀ ᴇ ɪʟ ɢɪʀʟ ᴘᴏᴡᴇʀ ✧ Sʜᴇ-ʀᴀ ᴇ ɪʟ ɢɪʀʟ ᴘᴏᴡᴇʀ (ᴀɴᴛᴇ ʟɪᴛᴛᴇʀᴀᴍ) ✧

Conciliando i tratti della principessa con quelli della guerriera, e combattendo al fianco di altre eroine altrettanto caratterizzate, She-Ra ha anticipato il girl power, ma è arrivata forse un po’ troppo presto...

Scorri le immagini per leggere l’analisi →
La popstar Sabrina Carpenter ha riportato in auge La popstar Sabrina Carpenter ha riportato in auge il baby-doll, un capo che dagli anni ‘50 ad oggi ha assunto diverse connotazioni, anche in contrasto fra loro. Nella storia della moda, il baby-doll non è una semplice camicia da notte, ma un eterno simbolo di innocenza e sensualità che veicola messaggi complessi in relazione alla figura femminile.

L’approccio con cui Sabrina indossa il baby-doll ingloba tutte le diverse concezioni che hanno accompagnato quest’abito nel corso della storia: il glamour, ma anche la (relativa) comodità e libertà nei movimenti; il lato sensuale e quello più dolce, infantile e giocoso; la volontà di abbracciare un certo tipo di femminilità per il proprio piacere, condividendolo con altre ragazze, ma anche il pericolo dell’oggettificazione.
I lati problematici che questo capo si porta dietro da sempre riemergono nelle critiche che Sabrina ha ricevuto per i costumi e le esibizioni del suo Short n’ Sweet Tour, che sfociano in diatribe sulla sessualizzazione e l’infantilizzazione delle donne.

Tuttavia, queste polemiche non prendono in considerazione l’approccio ironico e consapevole della popstar, che rende evidente come si tratti solo di un gioco: il baby-doll non è altro che un costume grazioso da indossare per la gioia del pubblico (prevalentemente femminile) che la segue, fra cui molte ragazze che si presentano ai concerti vestite come lei. Lo Short n’ Sweet Tour è un safe space, un luogo in cui poter abbracciare la propria femminilità tutte insieme, come se fosse un rito collettivo. Sabrina canta di sesso mettendo al centro del discorso il proprio desiderio e il proprio punto di vista femminile. È onesta, ma non si prende mai troppo sul serio: ridendo e scherzando, sfida lo stigma sociale che opprime le donne che si esprimono liberamente in relazione alla sfera sessuale. Scorri le immagini per leggere il resto ➔
Il legame fra Elphaba e Glinda in #Wicked mette in Il legame fra Elphaba e Glinda in #Wicked mette in luce la forza e la complessità dell’amicizia fra donne, pescando dalle convenzioni dei teen movie e ispirando a sua volta la rappresentazione di Tiana e Charlotte (“La principessa e il ranocchio”), Elsa e Anna (“Frozen”), Mercoledì ed Enid (“Mercoledì”). 

Scorri le immagini per leggere l’analisi ➝
In occasione dell’uscita di “Wicked” nei cin In occasione dell’uscita di “Wicked” nei cinema italiani, parliamo di come la figura di Elphaba, nel musical originale, sia stata creata in risposta alla caratterizzazione della Malvagia Strega dell’Ovest ne “Il mago di Oz” (1939), che rimandava a una caricatura antisemita. 🧹 

Pur partendo da questa specificità, Elphaba è stata pensata per essere un’icona per tutte le persone che si sentono discriminate. Il fatto che nel film sia interpretata dall’attrice e cantante Cynthia Erivo, afrodiscendente, mette in luce una delle possibili interpretazioni di questa figura: in questo caso, il fatto che venga discriminata sulla base del colore della sua pelle risulta particolarmente significativo. 💚

Scorri le immagini per saperne di più ➝ 
Link nelle storie per l’articolo completo ✨

#Wicked è al cinema da domani, 21 novembre, per @universalpituresit 🎶
«Non immagina quanto sia difficile essere una don «Non immagina quanto sia difficile essere una donna con l'aspetto che ho». 💋

Il mio articolo sulle 'femmes fatales' animate è su Retromania! 🔥
Scorri le immagini per scoprire contenuti extra su Jessica Rabbit (e non solo) →
Per saperne di più, acquista la rivista: la trovi in edicola oppure online 👉 Link nelle storie
Toste, sensuali, argute. 🔥 Il mio articolo sull Toste, sensuali, argute. 🔥
Il mio articolo sulle 'femmes fatales' è su Retromania 2, ora in edicola!

Negli anni '90, il mondo dei cartoon si popola di figure femminili che coniugano la bontà e il romanticismo delle principesse classiche con il fascino letale delle "cattive", riconnotando in positivo la figura della femme fatale. Sono sarcastiche, argute, intraprendenti e determinate a non farsi sottomettere. 
Sulla scia di Jessica Rabbit ("Chi ha incastrato Roger Rabbit"), nascono Jasmine di "Aladdin", Esmeralda de "Il Gobbo di Notre-Dame" e Megara di "Hercules": sono sensuali, ma non sono cattive. Anche gli studi concorrenti producono le loro sexy eroine: Goldie Pheasant di "Eddy e la banda del sole luminoso", Holli Would di "Fuga dal mondo dei sogni", Lola Bunny di "Space Jam" e Zippora de "Il principe d'Egitto".

Il mio articolo va allo scoperta delle origini e dell'evoluzione della femme fatale animata, analizzando questi personaggi, il contesto sociale in cui sono stati concepiti e tutti i parallelismi che li legano fra loro, partendo dal cinema noir per arrivare al cinema d'animazione anni '90.

Trovate la mia analisi su Retromania 2!
La rivista è disponibile in edicola: se non c'è, la si può prenotare.
Oppure potete acquistarla direttamente online: link nelle storie 💋
«𝑃𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑣𝑜𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑒 𝑏𝑒𝑛𝑒 𝑖𝑛 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑠𝑎: 𝑖𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑝𝑖𝑒𝑔𝑜 𝑚𝑎𝑖 𝑛𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒!»

60 anni fa, “Mary Poppins” usciva nei cinema statunitensi. 
A questa magica governante basta un poco di zucchero per trasformare la realtà attorno a sé, facendosi metaforica portavoce dei grandi cambiamenti sociali degli anni ‘60. Al suo passaggio, la figura del patriarca viene messa in ridicolo, se non addirittura in discussione, per poi essere riportata al vertice solo dopo essere stata smussata, addolcita, svestita dei panni del “padre padrone”.

Ho analizzato Mary Poppins, insieme ad altre figure magiche femminili degli anni ‘60, in “Vita da strega. Da Bewitched alle maghette giapponesi” (Delos Digital, 2021).
Un capitolo del saggio è interamente dedicato all’analisi di questo film, con approfondimenti sulle connotazioni sociali della storia e sul ruolo metaforico della protagonista e degli altri personaggi principali: Jane, Michael, Bert, il signore e la signora Banks.
Scopri di più: link nelle storie! ✨

@delos.digital #marypoppins #vitadastrega #filmdisney #anniversariodisney #anniversaridisney #culturapop #femminismo #sociologia
Nel 1961, "Colazione da Tiffany" offre una rappres Nel 1961, "Colazione da Tiffany" offre una rappresentazione femminile dirompente: Holly Golightly ispira diverse figure chiave della nascente Seconda Ondata femminista, fra cui la giornalista Gloria Steinem.

Con due anni di anticipo rispetto alla teorizzazione di Betty Friedan, Holly ha individuato e sconfitto la "mistica della femminilità", lasciando il marito Doc. Come scrive Zachary Wunrow, Holly "ha la libertà di districarsi in una miriade di situazioni sociali ed è in grado di disabitare la sfera domestica a cui un tempo apparteneva. Non soffre più di quella che Friedan descrive come una 'strana agitazione, un senso di insoddisfazione, un desiderio' diffuso tra le donne sposate a metà del XX secolo".

Tuttavia, la situazione è sicuramente più complessa, come evidenzia Codie Thompson: "Holly possiede un senso di falsa libertà. È libera dal marito, quindi libera dall'essere moglie e avere responsabilità materne. È anche in grado di mantenersi finanziariamente senza marito e questo la rende indipendente... ma non proprio".
Da un lato, come suggerisce Livi Player, si può pensare che la mansione di Holly sia volta a "manipolare il patriarcato attorno a sé", dall'altro è lecito evidenziare che in fondo sono gli uomini con cui esce ad avere il controllo. Anche il lieto fine romantico non è stato particolarmente apprezzato dalla critica femminista, che l'ha tendenzialmente visto come un tentativo di riportare la storia di Holly su binari più tradizionali. In questo, "Colazione da Tiffany" introduce una questione spiccatamente post-femminista, quella che vede al centro la possibilità di coniugare la propria individualità con una storia d'amore. Susan Douglas scrive che il suo desiderio, da spettatrice, era che Holly riuscisse a conservare la propria identità e al contempo "tenersi [George] Peppard", ossia l'attore che interpreta Paul, evidenziando tuttavia come "quello che rendeva il personaggio significativo all'epoca non era il fatto che ottenesse Paul, ma il fatto che riuscisse a farla franca con ogni sorta di anticonformità senza mai pagarne il prezzo".

Nella mia analisi su #ColazioneDaTiffany ho parlato di questo e di molto altro. 
Link nelle storie! 💎
© Copyright 2025 . Tutti i diritti riservati. Blossom PinIt | Sviluppato da Blossom Themes. Powered by WordPress . Privacy Policy
error: